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GdS – Il nuovo format della Coppa Italia nasce anche per motivi di interesse: l’analisi

Giuseppe Canetti

L’edizione odierna de La Gazzetta dello Sport ha fatto un focus sul nuovo format della Coppa Italia, spiegando i motivi per i quali è stato deciso di rivoluzionare la competizione. Di seguito l’analisi del quotidiano. RESTA AGGIORNATO...

L'edizione odierna de La Gazzetta dello Sport ha fatto un focus sul nuovo format della Coppa Italia, spiegando i motivi per i quali è stato deciso di rivoluzionare la competizione. Di seguito l'analisi del quotidiano.

Il nuovo format della Coppa Italia nasce per motivi televisivi

Ecco quanto scritto sull'edizione odierna de La Gazzetta dello Sport riguardo il nuovo formato della Coppa Italia (che prevede la partecipazione di 40 squadre, 20 di Serie A e 20 di Serie B):

"Al via a Ferragosto anche la nuova Coppa Italia, con format rinnovato: coinvolte solo le 20 squadre di A e le altrettante di B, con dodici club della massime serie subito in campo. L’obiettivo è sportivo, in primo luogo, e di interesse. La priorità è razionalizzare al meglio gli impegni, in una distribuzione di coppa e campionato sempre più omogenea. Oggi partecipano anche 29 club dalla C e 9 dalla D, in un tabellone lungo e faticoso: le big, entrando agli ottavi, sono quelle che arrivano quasi sempre a giocarsi la finalissima".

"La necessità è anche quella di valorizzare al massimo il torneo e creare fin da subito scontri appetibili per il pubblico televisivo: delle 78 gare di Coppa Italia del formato attuale, sono meno della metà quelle che trovano visibilità in tv. Solo Serie A e B condividono parametri strutturali relativi agli stadie dalla prossima stagione condivideranno anche tutte le tecnologie, dal Var alla Goal Line Technology. Tutte ragioni che hanno spinto verso la riforma della competizione".