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Antonio Conte ha avuto la prova che cercava dal Napoli B: carattere, grinta, voglia, fame, propensione a lottare su ogni pallone, riaggressione immediata della palla, occupazione degli spazi. La risposta c'è stata, ed è stata convincente.
Ne parla oggi il Corriere dello Sport, ecco quanto evidenziato dalla nostra redazione: "Antonio Conte voleva capire se poteva contare anche sull'altro Napoli. Su quei calciatori che in questa stagione teoricamente il campo lo vedranno meno, a meno che non convincano l'allenatore a cambiare le gerarchie. Voleva capire se il martellante lavoro mentale che sta portando avanti da metà luglio, aveva prodotto risultati anche su di loro, su quelli che un tempo venivamo definite riserve. Si è assunto un rischio nel mandare in campo contro il Palermo una squadra con un solo titolarissimo (Lobotka). Un turnover che ha ricordato il Mazzarri prima maniera, che regalò ai tifosi del Napoli partite infauste come quella col Chievo con Fideleff titolare. La storia del calcio è zeppa di partite che si incartano, si mettono male e poi diventa difficile raddrizzarle. Non è andata così. E non si può parlare di fortuna. Si è capito subito che anche l'altro Napoli (se lo chiamassimo Napoli B, qualcuno si offenderebbe) era caricato a molla. Pronti via, Neres è fuggito sulla destra come se fosse una finale Mondiale. Invece era Napoli-Palermo sedicesimo di finale di Coppa Italia. I puntigliosi diranno che senza le incertezze di Sirigu (sul primo gol possiamo parlare di vera e propria papera), sarebbe stata un'altra partita. È dura quando ne fai cinque. E soprattutto è lunga stare dietro a chi vuole riscrivere la storia con i se e con i ma".
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