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rassegna

Conte trasformista, il suo Napoli è un laboratorio di schemi: il segreto del tecnico

Emanuela Castelli
Emanuela Castelli Giornalista 
Dal Corriere dello Sport

Il Napoli somiglia sempre più a Conte, un tecnico in grado di applicare e far applicare ai suoi giocatori più moduli nel corso della stessa partita ed a seconda delle fasi del match. Un Napoli istrionico, camaleontico,, in grado di superare il mini ciclo di ferro chiudendo sempre al primo posto, dopo sette giornate consecutive. Ne parla oggi il Corriere dello Sport, ecco quanto evidenziato dalla nostra redazione:

"C’era una volta l’integralismo tattico: 4-3-3 e così sia. A un certo punto un dogma più che una soluzione (tipo un anno fa), nel nome di un passato che già sfumava verso il tramonto dei ricordi. Poi, Antonio Conte: è arrivato lui e il Napoli s’è messo a pensare come lui. Stesso piglio, stesso sguardo, stesso carattere. Un’identità precisa ma anche la capacità di cambiare abito, di trasformarsi a seconda delle occasioni, serate di gala o giornate di fatica: il Napoli di Conte gioca a cinque e anche a quattro, costruisce con i tre difensori (più due) o abbassa il regista tra i centrali; sposta McTominay al fianco di Lukaku e fa 4-2-2-2 oppure lo abbassa in mediana e fa 4-3-3 o 4-2-3-1 in corsa. In fase offensiva, certo, perché poi quando c’è da difendere Politano può fare l’esterno destro a tutta fascia o restare più alto. E così via: il Napoli è un laboratorio di sistemi recitati sistematicamente nel nome di quella solidità che, nonostante numeri realizzativi non proprio esaltanti, ha permesso alla squadra di conquistare la vetta della classifica e poi difenderla per sette giornate consecutive. Passando attraverso la Juve, il Milan, l’Inter e l’Atalanta: tre scontri diretti in trasferta - due pareggi e una vittoria con i rossoneri - e quello con la Dea al Maradona, unica sconfitta del ciclo. A proposito: quattro partite fondamentali giocate più o meno con la stessa formazione".