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Conte, il suo Napoli era già definito nel 2006: l’attualità della sua ‘tesi d’esame’

conte
Quanto Napoli nella tesi finale di Conte per il corso per allenatori del 2006
Francesco Iodice

Sta stupendo tutti la facilità con cui Antonio Conte sia riuscito a entrare nella testa, nel cuore e nei piedi dei suoi calciatori. A Napoli è seguito da tutti, ma le caratteristiche fondamentali del suo gioco non sono di certo nate ieri. L'edizione odierna de Il Mattino infatti, ha posto un confronto tra la tesi finale per il corso master per allenatori dell'anno 2005-2006 e gli azzurri oggi. Ecco quanto riportato: "II 4-3-1-2 analizzato nella tesi, alla fine della stagione 2005-2006, è parente prossimo del 4-2-3-1 0 4-2-4 che Conte sta utilizzando a Napoli dalla partita contro la Juventus di un mese fa. Nella lettura della tesi quasi si intravedono le figure degli azzurri. Nella difesa a 4 «che deve comportarsi con il concetto di unità e mai pensare a livello individuale>> gli esterni devono possedere più qualità perché saranno chiamati a spingersi a centrocampo o in attacco: è il caso di Di Lorenzo. I centrali, poi. Uno di loro «molto dotato fisicamente e molto abile nel gioco aereo» (Buongiorno) e l'altro <<in grado di fare della rapidità una delle sue armi migliori» (Rrahmani). Fondamentale il centrocampista centrale, «scudo davanti alla difesa, giocatore di grande intelligenza tattica: il punto di riferimento nelle due fasi di gioco» (Lobotka). E infine il rifinitore <<<che determina i tempi di giocata, imprevedibile per gli avversari» (Kvara) e la prima punta <<di grande forza fisica, con capacità di elevazione e di proteggere la palla» (Lukaku)".