Antonio Conte l'aveva detto, al momento della sua presentazione come tecnico del Napoli, che bisognava dedicarsi con particolare cura ed attenzione alla difesa, che aveva subito 48 gol nella terribile stagione post scudetto. Ne parla oggi la Gazzetta dello Sport, ecco quanto evidenziato dalla nostra redazione:
rassegna
Conte cambia pelle, due dati dimostrano il cambiamento di tendenza del tecnico
"Non l’avreste mai detto di ritrovare Massimiliano Allegri dentro Antonio Conte ed ora che sta succedendo, statisticamente parlando, il calcio rimette in discussione un po’ se stesso, le teorie, le tesi, le logiche e pure qualche argomentazione. Di corto muso si vince, eccome, a volte si stravince anche, però per adesso basta ed avanza per starsene comodamente lassù, dove osano mica solo le aquile, dove il panorama è invitante e l’orizzonte affascinante: diciotto partite dicono qualcosa (poco o tanto, dipende dalle prospettive) però quei cinque 1-0 del Napoli su 13 vittorie rappresentano una traccia che segna un mutamento genetico (o forse no, semplicemente casuale) e una diversità dal passato. L’1-0 con il Venezia, come l’1-0 con il Torino (31’, McTominay), con la Roma (53’ Lukaku), Lecce (73’ Di Lorenzo) ed Empoli (63’ Kvaratskhelia, su rigore) è un indicatore, persino uno spartiacque, tra la tendenza dell’ultimo Conte campione d’Italia e il primo Conte napoletano, il restauratore di un club che dopo essersene andato in giro per 14 anni in Europa ed aver conquistato tre coppe Italia, una Supercoppa e uno scudetto s’è ritrovato affossato nel vuoto pneumatico d’un decimo posto. Il Conte nerazzurro, quello che festeggiò alla sua seconda stagione, per collezionare cinque successi di misura impiegò un anno intero, chiuse dominando e divertendosi, con 89 gol, il secondo attacco, alle spalle della «diabolica Dea» di Gasperini. Media entusiasmante di 2,34 (...) Il Napoli di Conte ha mostrato una personalità spiccata, ha domato le insidie altre volte (2-1 a Genova, 2-1 al Maradona contro il Parma), sostanzialmente ha saputo gestire le difficoltà momentanea accontentandosi di quel gol e di un’andatura offensiva in controtendenza con i precedenti del proprio allenatore: quel gol e mezzo a partita (27 complessivi) del campionato della resurrezione - sesto attacco - sembra scomparire pure al cospetto dei 2,13 per ogni sfida che la prima Inter concesse al proprio mentore".
© RIPRODUZIONE RISERVATA