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Conte in versione padre isola Kvaratskhelia dalle voci sul rinnovo: testa al campo!

Sara Ghezzi
Il tecnico a protezione del suo talento

Il ruolo di un allenatore è complicato. Per i giocatori questa figura è una guida, la persona che deve spronare ed anche arrabbiarsi. Ma ci sono momenti in cui deve vestire anche i panni di un padre. Conte lo sta facendo con Kvaratskelia che deve difendere dalle voci che potrebbero distrarlo troppo. L'edizione odierna deLa Gazzetta dello Sport ha dedicato spazio a questo aspetto. A seguire un estratto dell'articolo.

Conte in versione padre isola Kvaratskhelia dalle voci sul rinnovo: testa al campo

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"E se domani...E si sotto- linea se.... Le parole (senza musica) di Antonio Conte aiutano ad intrufolarsi nelle ombre della Pineta e quando Napoli-Lecce sta per cominciare, una colonna sonora sembra s’avverta: sono giorni, settimane, mesi (an- ni?) che Kvara è diventato l’argomento del giorno e della notte e il sottofondo che accompagna Napoli s’è trasformato in tormento, perché un pizzico di paura che quest’epoca georgiana finisca c’è. Gli allenatori sono uomini, manager e anche padri e quando intorno a Kvicha le pressioni crescono, il Conte formato genitore cerca di tranquillizzare il suo artista, a prescindere da ciò che accada: «E’ sicuro che sia in atto una trattativa tra il club e l’entourage del giocatore. Io faccio l’allenatore ed entrare nei dettagli precisi non mi compete però Khvicha continuerà a fare quello che sta facendo, e bene». E’ una storia lunghissima, rientra le dinamiche del calcio, è fatta di strategie, di tesi, di interessi che convergono o anche no: però adesso che c’è da costruire un Napoli tutto finte e dribbling, Antonio Conte scende in campo per gestire - senza interferenze, con rispetto dei ruoli - una questione che lo riguarda comunque da vicino. «Kvara si sta comportando da professionista. Io mi auguro che la situazione si possa risolvere trovando un accordo che soddisfi le parti. Altrimenti bisognerà esclusivamente pensare a questa stagione e poi, come si dice in certi casi, chi vivrà, vedrà». Chiaro, chiarissimo, che ci siano nubi".