«La mia Inter non sarà pazza, ma regolare e forte. Vogliamo ritornare ai fasti di un tempo». L’inno fu cambiato. A Napoli, recentemente, ha lanciato una frecciata che non è passata inosservata: «Anche all’Inter, quando arrivai, Appiano Gentile era un disastro, abbiamo lavorato molto sui campi, sulla foresteria, ora è un fiore all’occhiello». In questa frase c’è tutta la distanza tra sé e il club. I tifosi sono divisi, non proprio equamente. Da un lato quelli che lo hanno accusato di aver abbandonato la nave alle prime difficoltà finanziarie, di non essersi voluto scorciare le maniche e lavorare in ristrettezze. Insomma un traditore. O uno juventino: è lo stesso per buona parte dell’ambiente interista. Anche Moratti parlò di scarso attaccamento (poi Conte disse che i due si erano chiariti). Dall’altra parte, oggi minoranza, quelli che gli hanno invece riconosciuto che senza di lui l’Inter non avrebbe mai vinto né il primo né il secondo scudetto (quello con Inzaghi). E nemmeno in finale di Champions sarebbe arrivata. Perché senza di lui la ricostruzione sarebbe stata molto più complessa, per non dire impossibile. Nella frase «posso solo dire che il mio progetto non è mai cambiato» c’è un misto di delusione e risentimento da parte di chi si era gettato a capofitto nell’universo Inter e ha poi dovuto prendere atto che le regole del gioco erano cambiate. I contabili del tifo possono sbandierare che per Conte l’Inter ha speso più che per Inzaghi. Lui risponderebbe che ha fatto spendere ma anche incassare (vedi cessioni di Lukaku e Hakimi).
Domenica sera Conte troverà San Siro pieno. Quella sensazione che da interista ha potuto vivere raramente. Il suo è stato il biennio del Covid. Un amore per corrispondenza. Via chat. Forse meno carnale. Ma non meno coinvolgente. È un’incognita l’accoglienza che gli sarà riservata. L’ultima volta che affrontò l’Inter da avversario a Milano, era settembre 2013. Inter-Juventus 1-1, lui era sulla panchina bianconera. Mai avrebbe immaginato che undici anni dopo sarebbe tornato in quello stadio da ex. Discusso. Controverso. Da qualcuno anche rimpianto. Certamente indimenticato".
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