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Conte sfida il Monza di Galliani, scontri e incontri tra i due: il retroscena

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Il tecnico stasera sarà protagonista contro la squadra di uno dei dirigenti più vincenti in Italia
Sara Ghezzi

Il calcio regala emozioni e incroci unici. Un giorno si è nemici, l'altro si potrebbe essere alleati, l'altro ancora sono un flirt. Questa sera al Maradona andrà in scena Napoli-Monza con Conte che sfiderà la squadra di Galliani, uno dei dirigenti più vincenti della storia. Proprio colui che ha provato a portarlo in rossonero, proprio colui contro cui ha avuto uno scontro pesante. I retroscena svelati dall'edizione odierna de Il Mattino. A seguire un estratto dell'articolo.

Conte sfida il Monza di Galliani, scontri e incontri tra i due: il retroscena

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"Ecco, quando andò via, nell'estate del 2015, scoppiò un flirt , con una trattativa che aveva come intermediario insospettabile Mino Raiola. Il Milan non aveva dubbi: poco importava che era stato il condottiero della Juventus che per tre anni si era messa alle spalle proprio il Milan nell'ambito di una rivalità tornata a essere quella degli anni 80 e 90. Ma fu Conte a non sentirsela. Erano stati anni pieni di veleni: Calciopoli era stata l'occasione per Milan e Juventus, avversari sul campo, per divenire alleati d'acciaio nelle stanze del potere, contro l'Inter. Poi, una sera di febbraio del 2012, l'apocalisse a San Siro, con il gol di Muntari non visto da arbitro Tagliavento e guardalinee Romagnoli, la rete di Matri annullata per fuorigioco. E così avvenne di tutto, compreso lo scontro tra Conte e Galliani nel sottopassaggio. «Ecco cosa succede quando si piange», esclamò l'ad del Milan. E iniziò il putiferio. «Quando io salgo dal sottopasso mi aspetto di non trovare persone che mi insultino e che non dovrebbero stare lì. Comunque maturo, succede», la replica del leccese. Che magari in campo, non usò parole così morbide. A fine anno i due si telefonarono e chiarirono. Ma un anno dopo ecco l'altra provocazione: «Bravo Conte, hai già vinto lo scudetto». Era solo marzo. E Antonio la prese malissimo: «Ci ha dato un grande spunto per tenere vivi i miei. L'anno scorso il Milan era a +7 e lo scudetto lo ha perso».


Antonio, quando lasciò la Juventus, era comunque rimasto legato al mondo bianconero e, quindi, preferì evitare uno strappo così netto con la sua storia di calciatore e allenatore. Un po' come ha fatto Spalletti dopo lo scudetto al Napoli. Ricominciare dal Milan sarebbe stato stimolante, ma pericoloso dal punto di vista ambientale. L'esperienza in Nazionale gli permette di avere un ruolo neutro, di cui forse aveva bisogno. Galliani lo ha incontrato ad Appiano, durante un'amichevole del suo Monza con l'Inter a porte chiuse nel 2020. «Eravamo alla fine del ciclo Berlusconi, altrimenti avrei fatto di tutto per portarlo con me. Le sue squadre vincono e giocano bene». Gli scontri sull'asse Conte e Galliani si sono alternati a parole al miele: «Ribadisco grandissima stima e rispetto verso un dirigente in assoluto tra i migliori della storia del calcio italiano. Rimane un avversario, ma per questi tipi di avversari ho grandissima stima e rispetto», disse Conte".