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Chiariello allarma: “Si parla tanto sui controlli a chi va in campo, ma ai tecnici tv hanno pensato?”
Uno dei punti principali per il ritorno in campo è la sicurezza garantita ai giocatori. Essendo il calcio uno sport basato sul contatto, le istituzioni dovranno prima di tutto stabilire dei controlli da fare e delle procedure da seguire. Tamponi e controlli a tutti i giocatori prima di ogni partita e sessione di allenamento. Questa è l'idea della Lega per far in modo che il campionato ricominci. Oltre ai giocatori che vanno in campo e ai membri della società, però, vi è un'altra categoria che sarebbe esposta al contagio, ovvero quella dei tecnici tv. E proprio di questo ha parlato oggi Umberto Chiariello, giornalista campano, nel programma 'Punto Nuovo Sport Show".
Durante il suo EditoNuovo, Chiariello ha parlato della tutela che anche la categoria dei tecnici tv dovrebbe ricevere: "Oggi si è parlato tanto della bolla. Cos'è? E' la cosiddetta campana di vetro dentro cui si dovranno immergere tutti i protagonisti del mondo calcio: circa 1.500 persone: 500 atleti, staff, dirigenti, massaggiatori, inservienti. Dimenticano che in tutto questo, se non c'è la televisione, non si fa niente. Chi aveva pensato che il calcio sarebbe diventato uno sport virtuale senza pubblico, non poteva immaginare di quanto avesse detto la verità. Ci avviamo ad un calcio senza pubblico e per uso televisione e per farlo ci vogliono squadre di tecnici, di cui nessuno si preoccupa. Nessuno parla dei loro protocolli sanitari che sono importanti quasi più di quelli dei calciatori. Si parla solo del protocollo di chi va in campo, ma di chi fa vedere cos'accade in campo, chi ne parla?"
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