rassegna

Caso Juventus, sotto giudizio manovra stipendi. Si attende l’udienza preliminare

Emanuela Castelli

L'analisi de Il Mattino

Continua a far discutere il caso Juventus che, dopo aver decapitato formalmente il CdA, sta tenendo sotto scacco diverse società con cui il club di Agnelli avrebbe fatto affari poco chiari

Caso Juventus, analizziamo la manovra stipendi, che avrebbe inficiato il regime fiscale agevolato definito "rientro dei cervelli"

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Ne parla il Mattino, ecco quanto evidenziato da CalcioNapoli1926: "Mentre i vertici bianconeri nascondevano dai bilanci le perdite, iscrivendo gli stipendi dei giocatori negli anni successivi, il club usufruiva di un regime fiscale agevolato: il cosiddetto Rientro dei cervelli previsto dal decreto crescita del 2019, che prevede un abbattimento dell'imponibile del 50 per cento ai fini Irpef nel caso di calciatori professionisti che tornino dall'estero dopo almeno due anni. E la Juventus lo aveva applicato, tra, gli altri, per il ritorno di Gigi Buffon. È un altro elemento che emerge dagli atti della procura di Torino, che, dopo avere chiesto il processo per 12 indagati, attende la fissazione dell'udienza preliminare. Secondo la ricostruzione dei pm, per l'anno 2019-2020 Andrea Agnelli e Giorgio Chiellini avevano chiesto ai giocatori di rinunciare a una mensilità, con l'intesa che altre tre sarebbero state pagate a partire dalla successiva stagione. Anche sotto forma di incentivo all'esodo (in caso di trasferimento del calciatore) e a prescindere dalla ripresa futura del campionato. Un modo per sistemare il bilancio nascondendo le perdite. Proprio sulla base di questa premessa falsata, anche l'applicazione della norma sul Rientro dei cervelli - secondo l'accusa - risulta inficiata, e quindi sbagliata (...) Alla fine «la somma realmente rinunziata» dai giocatori, scrive il consulente, è dunque pari ad euro 25 milioni e 134 mila euro. Quasi 24 milioni con le riduzioni fiscali. Ma dagli atti emergono le lacune e le reticenze di alcuni testimoni, come gli agenti dei giocatori e consulenti della Juventus sentiti durante le indagini. Dichiarazioni «di indubbia rilevanza - secondo i magistrati - poiché «sono stati proprio gli agenti e i rispettivi legali/consulenti a interloquire con la Juventus» nell'ambito delle manovre stipendi". Né la madre (e agente) di Rabiot, né Lucci, agente di Bonucci, Cuadrado e successivamente Kulusevki sanno spiegarsi la doppia firma dei propri assistiti, sostenendo di essere a conoscenza di un'unica firma, la prima, risalente al maggio del 2020, escludendo quella successiva di luglio, ad integrazione della prima depositata in Lega. Anzi, Alessandro Lucci ha dichiarato di aver sconsigliato ai suoi assistiti di firmare accordi privati con la Juventus, proprio perché gli accordi privati escludono di fatto qualsivoglia tutela legale.