Su di lei questa gara ha sempre un appeal particolare?
«Si, perché poi di romanisti che vivono a Napoli non ce ne sono moltissimi. Per distacco sono più i tifosi napoletani che vivono nella Capitale. In caso di eventuale delusione ho la scorza dura: ho vissuto il "Titanic" 40 anni fa all'Olimpico per la sconfitta nella finale di Coppa dei Campioni. Di peggio non c'è nulla».
Possibile che dopo 63 anni a Napoli non le ispiri simpatia una squadra locale?
«Altroché. Gioisco per la promozione in B della Juve Stabia. Seguo le "vespe" anche al Menti. Tengo alla salvezza della Turris. Vorrei che il Portici, club della città di mio padre, sbarcasse nei professionisti. E per i playoff spingo per la Casertana di Cangelosi, allievo di Zeman che tanto mi ha fatto divertire alla Roma. Però l'Avellino mi sembra più attrezzato».
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