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LONDON, ENGLAND - JUNE 26: Ciro Immobile of Italy runs with the ball as he warms up prior to the UEFA Euro 2020 Championship Round of 16 match between Italy and Austria at Wembley Stadium at Wembley Stadium on June 26, 2021 in London, England. (Photo by Justin Tallis - Pool/Getty Images)
Continua a stupire l'Italia di Roberto Mancini, sempre più vicina alla finale di Wembley. Prossimo avversario sarà la Spagna di Luis Enrique, una squadra che tiene il pallino del gioco e cerca attraverso gli inserimenti di far male alle difese avversarie. Nelle ultime gare il dominio è stato evidente (tranne contro la Svizzera, ndr). Di questo e di tanti altri temi ha parlato Fabio Capello in un'intervista rilasciata al Corriere della Sera.
Di seguito un estratto della lunga intervista di Fabio Capello al Corriere della Sera:
Sull’Italia
"Ho visto la crescita della squadra, un’evoluzione che può portare benefici al nostro movimento. Direi una cosa al calcio italiano, spero non si guardi più a cosa facevano altri 10 anni fa, guardiamo a quel che fa Mancini. La Spagna gioca un calcio lento, se ci adattiamo a quel ritmo rischiamo di soffrire. La Spagna ha grandi qualità tecniche, ottimo possesso palla. Per contrastare questa loro caratteristica a noi serve rapidità e lucidità quando recuperiamo palla: subito ripartire e aggredire. Abbiamo qualità e poi la difesa spagnola non è affatto imbattibile"
Su Spinazzola
"L’Italia perde uno che cambia ritmo. Sono quelli con velocità e dribbling che rompono la difesa avversaria, lo abbiamo visto. In questo Europeo c’è stata la rinascita del dribbling. Velocità e dribbling sono doti naturali, non si insegnano. La bellezza del torneo sono questi cambi di ritmo violenti".
Sulla simulazione di Immobile
"Non do la colpa al giocatore. La prima responsabilità è degli arbitri italiani. Ci hanno abituato in questa maniera e allora uno si chiede: perché non lo devo fare? Certo non è onesto sotto l’etica sportiva. Agli arbitri italiani manca la capacità di capire se è una finta, un inganno. Continuano a fischiare ogni falletto, perché vogliono tenere in mano la partita, ma il match deve essere solo giocato. È questione di personalità. Un altro problema è essere giudicati solo dagli arbitri, bisognerebbe allargare la platea al di fuori del loro mondo. È un po’ come il pubblico ministero che fa anche giudice, non va bene".
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