rassegna

Cagliari-Napoli, in Sardegna si è vista una squadra in grado di saper soffrire

Luca Buonincontri
Grande prova di forza degli azzurri

Il Napoli conquista tre punti preziosissimo a Cagliari se pur soffrendo fino al raddoppio di Kvara. L'edizione odierna di Repubblicaanalizza la partita di ieri, soffermandosi in particolare sulla capacità degli azzurri di saper aspettare il momento giusto per colpire l'avversario. Di seguito l'analisi.

Il Napoli dilaga a Cagliari pur soffrendo

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"Il Napoli mette in allarme il campionato presentandosi da Cagliari nella sua sconosciuta identità. La terza vittoria accredita una squadra imperfetta e micidiale. Dovrà essere temuta perchè il carattere e la robusta riserva di potenza la rendono irrestitibile anche dopo un'ora di sofferti chiaroscuri. È il Napoli di Conte, che si stacca da tutti gli altri, che pure vincevano, ma con strategie diverse. Languori, strappi e assalti, cambia più volte pelle nel corso della stessa partita. La sua metamorfosi segnala un taglio netto con il passato: non insegue la bellezza, ma quella episodica violenza che finisce per abbattere anche un avversario duro ai limiti della socrrettezza, il Cagliari generoso e imprevedibile del primo tempo. 

Questo Napoli non conosce sentimenti, pazienza per il ragazzone di Cimitile, il Napoli di Conte vive nel culto della vittoria ad ogni costo. Il primo elemento a renderlo diverso: non dà valore al possesso palla. Non si cura dei difetti che pure ha, è stato inferiore nel gioco alto scaricando su Meret le difficoltà che il poritere forse cercava, si è così liberato dei dubbi che ingiustamente lo accompagnano, è stato tra i migliori nelle fasi turbolente, con uomini di coraggio e fatica, come Anguissa sontuoso e poderoso, Lobotka si è fatto anche ammonire per un fallo maligno nell'impedire una ripartenza, non solo ricuce, come Kvara che lotta contro il duro Zappa, prima di splendere nel finale in combinazione con Lukaku, già, Lukaku. Il più atteso e osservato. Tormentato dal colombiano Yerry Mina, marcatore fisso, pericoloso anche nel gioco alto con il suo 1.95. Lukaku ha mostrato un limite risaputo, non è un fulmine nel cercare la profondità, ma aspetta con fiducia di far prevalere il mestiere di attaccante, con con testa alta per la squadra, se non è un caso se è lui a ripulire la palla per offrirla a Di Lorenzo che segna il primo gol con deviazione, ma è ancora lui a chiudere la partita quando lancia di precisione un morbido assist per il raddoppio di Kvara."