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(Photo by Bongarts/Getty Images)
Jorge Burruchaga, ex calciatore, ha rilasciato un'intervista ai microfoni della Gazzetta dello Sport soffermandosi su Diego Armando Maradona, nel secondo anniversario della sua morte.
"Abbiamo fatto l’ultima chiacchierata un paio di mesi prima che morisse. Ci eravamo ritrovati quando era tornato in Argentina per allenare il Gimnasia di La Plata. Non posso dire che tra noi ci fosse la confidenza di una vera amicizia, forse siamo stati più amici in campo che fuori. Ma ci legavano il grande rispetto e tanta strada percorsa insieme. Ha lasciato un vuoto enorme, incolmabile e nel primo Mondiale senza di lui lo si avverte ancora di più. Se ne è andato un mito, una leggenda irripetibile, il calcio ha perso il tesoro più prezioso. Però, e lo dico senza retorica, con convinzione, in realtà non lo abbiamo perso. Io sento che Diego è qui con noi, da qualche parte".
"Dopo il Mondiale 1986 ho parlato a lungo con la società, ma non abbiamo trovato l’accordo".
"Sono imparagonabili. Epoche troppo diverse. Diego era più carismatico fuori dal campo, ma oggi Leo lo è in campo più di prima. Comunque, la cosa che conta è una sola: che negli ultimi 40 anni il dio del calcio sulla terra è stato un argentino. Messi meriterebbe il Mondiale per coronare la sua splendida carriera".
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