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Dopo lo stop dovuto alle partite di Champions League, Milan e Napoli torneranno a giocare la Serie A. Gli azzurri dovranno provare ad imporsi in quel di San Siro, per poter continuare la striscia positiva di risultati.
In esclusiva ai microfoni de "La Gazzetta dello Sport" è intervenuto Ottavio Bianchi. Di seguito le dichiarazioni dell'ex tecnico azzurro:
"Sarà la partita più bella del campionato, sarà uno spettacolo. Sono due formazioni che ripartono da una serie di certezze consolidate, Pioli e Spalletti sono stati confermati e c’è una continuità dal punto di vista tecnico che ha ridotto la fase di assestamento tipica delle prime settimane. È un vantaggio che si riflette in modo tangibile. Le altre candidate mi sembrano meno continue".
Sulla stagione in corso
"Siamo ancora agli albori, se già normalmente è difficile fare pronostici di questo tipo, figuriamoci in un anno anomalo dove ci si fermerà per un mese. Anche perché chissà come torneranno i calciatori che saranno impegnati ai Mondiali in Qatar".
Sulle assenze di Osimhen e Leao
"Indubbiamente sono giocatori molto interessanti, ma sono due rose talmente attrezzate che non possono fornire alibi, specialmente per chi ha determinate ambizioni .Poi il calcio è gioco di squadra, c’è un detto che ripetevo sempre: “Il collettivo esalta il singolo, il singolo viene esaltato dal collettivo”. Non c’è spazio per ragionare su un solo elemento".
Su Raspadori e Simeone
"Dipende molto da come Spalletti vorrà impostare la partita e sono certo che farà la cosa migliore. Nessuno meglio di lui, che li vive ogni giorno, sa qual è la scelta più opportuna. Inoltre si stanno comportando entrambi molto bene in campo".
Sulla rosa del Napoli
"Questo potrà essere stabilito soltanto alla fine della stagione. Di certo è un organico ben costruito, le novità sono state assorbite molto bene. È una realtà notevole, inoltre nel complesso la squadra è ringiovanita e costa meno. Milan e Napoli hanno un modello simile, da seguire per tutti quei club che vogliono coniugare i risultati sportivi ad un bilancio in salute".
Su Kvaratskhelia
"Kvaratskhelia senz’altro è una bella novità, ammetto che non ne avevo mai sentito parlare e ne sono rimasto colpito. Spero però che questa partita possa servire a far emergere qualche giovane italiano, come Raspadori. Mi è sempre piaciuto, è un calciatore in evoluzione e mi sembra anche una persona molto intelligente. Mi aspetto che faccia grandi cose".
Sulle italiane in Champions
"Purtroppo ho la sensazione che siano prestazioni fini a sé stesse, nel senso che non collegate direttamente alle condizioni del movimento italiano. Servirebbe che tutte scendessero in campo come la squadra di Spalletti, ottenendo vittorie di spessore. La tendenza degli ultimi anni è inequivocabile: la mancata qualificazione ai Mondiali per la seconda volta consecutiva, è un pessimo segnale. Guardandoci intorno, la forbice tra il nostro calcio e lo standard europeo è sempre più ampia".
Sul paragone con Pioli
"Questi paragoni mi fanno sorridere, li lascio agli altri. Analizzare il passato così lascia il tempo che trova Il lavoro che stanno facendo, comunque, è di valore. Sono riusciti a far esprimere le rispettive squadre in modo divertente ed efficace e in Italia non è così usuale".
Sulla preparazione per un match del genere
"Nel mio ambiente un buon consiglio è un errore, un ottimo consiglio è una tragedia, quindi preferisco non darne. I contesti sono accomunati soltanto da un sostegno viscerale delle due tifoserie anche se Napoli, avendo un solo club così importante, probabilmente è irraggiungibile sotto quest’aspetto".
Sulla valenza del match
"È oggettivo: non si può allungare in modo schiacciante e non è nemmeno decisiva visto il momento. Non dà nessun vantaggio particolare se non quello degli scontri diretti e resta ancora la gara di ritorno. Fatte queste premesse, sono d’accordo nel dire che c’è qualcosa in più: chi vince guadagna moltissima autostima e non è un fattore da sottovalutare per il prosieguo della stagione".
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