Sulla predizione: "Rafa aveva predetto un’altra cosa: lo scudetto del Napoli. Lo aveva detto a Luciano Spalletti già a novembre, quando i campioni d’Italia erano passati a Liverpool per giocare l’ininfluente ultima partita del girone di Champions con i Reds. Benitez era stato a trovare gli azzurri in albergo prima della partita, e aveva confidato al tecnico le sue idee. Non era solo l’augurio di un allenatore che a Napoli è rimasto particolarmente legato ("Sono orgoglioso che tra i 13 titoli che ho vinto due siano arrivati con quella squadra"), ma di un tecnico da sempre conquistato dal modo di giocare della squadra di Spalletti, da quel 4-3-3 e da quel sistema che tanto assomigliano a come a lui piace far giocare le sue squadre. Benitez lasciò Napoli nel 2015 quasi sbattendo la porta, ma col passare degli anni ha così ricucito il rapporto con De Laurentiis che il presidente lo chiama spesso per chiedergli consigli e pareri su quello che succede dalle parti del Maradona".
Sull'affare: "È inevitabile, una volta deciso di separarsi da Spalletti, che Benitez sia finito nel casting per la panchina azzurra. Conosce l’ambiente, è stimato, adora il sistema di gioco. E dei primi nomi della lista è l’unico che ha già vinto la Champions, quel trofeo per cui al presidente De Laurentiis piacerebbe tanto competere. Dal suo castello con vista sul mare d’Irlanda, nella pace così vicino a Liverpool, Benitez aspetta una chiamata per rientrare. E se arrivasse da Napoli, se fosse il Maradona "il contesto giusto", sarebbe molto difficile dire no".
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