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Filippo Inzaghi (Photo by Francesco Pecoraro/Getty Images)
Il Napoli è in difficoltà e a Benevento si parla di venire al Maradona per tentare il colpaccio. Ecco quanto si apprende dal portale Ottopagine, sito d'informazione molto noto in terra sannita: "Giocare contro gli azzurri con un piglio diverso dalle altre volte deve essere il nuovo traguardo da prefissarsi. Del resto in questo campionato il Benevento ha fermato sul pari Juventus, Lazio e Roma, dimostrando di potersela giocare con tutti. Magari soffrendo, ma poi cogliendo l'obiettivo prefissato. Contro il Napoli è come se avesse avuto sempre una sorta di complesso di inferiorità, da quei due derby in C1 della metà degli anni duemila, fino a quello dell'andata in serie A.
Proprio le sfide della Lega Pro mettono in risalto quella “sudditanza psicologica” di cui si parlava prima. Nella stagione 2004/05 il gap tra le due squadre, in classifica e in campo, non era così ampio. Il Napoli in terza posizione, il Benevento a lottare per entrare nelle cinque che conquistavano i play off. Nella gara d'andata al San Paolo il 7 novembre del 2004, le due squadre erano separate appena da un punto in classifica e il Benevento giocò quasi occhi negli occhi contro la più blasonata avversaria.
Quel giorno Belardi, portiere azzurro, fece il fenomeno, parando anche un rigore a Nello Cutolo e finì, come da copione, con la vittoria degli azzurri per 2 a 0 (Varricchio e autogol di Maschio). Lo stesso accadde nella gara di ritorno, col vecchio Santa Colomba gremito da almeno 20mila persone. Il gap non era tanto ampio tra le due squadre (4 punti) e il Benevento guidato da Raffaele Sergio era reduce da quattro turni positivi di fila (3 vittorie ed un pari), ma soprattutto dal successo sul campo dell'Avellino (che avrebbe vinto poi i play off) grazie ai gol di Imbriani e Colletto. Eppure quel 13 marzo 2005 pagò ancora una volta per quella sudditanza e perse 2 a 0 con i gol di Pià e Sosa.
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