La squadra è ancora prigioniera del passato?
«Secondo me qualche scoria è rimasta. E poi non avere l'uomo determinante sotto porta ti penalizza tanto. Il Napoli non può calciare in porta solo con i centrocampisti... La squadra così si sente menomata».
E siamo alla questione più spinosa: quanto pesa la vicenda Osimhen?
«Tantissimo. Molte volte Osi, anche soltanto con una giocata, ti ha portato in vantaggio permettendoti poi di giocare in maniera diversa».
Ma è giusto tenerlo in disparte o era meglio impiegarlo?
«La vicenda doveva essere gestita meglio tre-quattro mesi fa: l'attaccante doveva essere ceduto prima, magari anche "perdendoci" qualcosa rispetto alle aspettative - che probabilmente si perderà comunque - ma dopo tre mesi non è possibile non avere ancora il centravanti che ti fa la differenza».
Lukaku è il suo degno sostituto?
«È l'uomo che vuole Conte. È l'unico e il solo obiettivo che chiede il tecnico per il suo gioco».
Cosa manca per tornare ad essere competitivi?
«In questo momento il Napoli è incompleto. Marin non è pronto altrimenti avrebbe giocato a Verona. A centrocampo mancano le alternative a Lobotka ed Anguissa. Gilmour è un buon giocatore ma non può giocare in un centrocampo a due che è quello che si è visto al Bentegodi. A mio parere servono incursori che sappiano anche segnare. Poi davanti hai preso Neres, ci sono Kvara, Politano e anche Ngonge che probabilmente sarai costretto a cedere ancora in prestito».
A conti fatti quale deve essere l'obiettivo quest'anno?
«C'è un solo traguardo: la Champions. Non voglio neppure immaginare due anni senza Champions dopo quello che hai speso, non sapendo quello che incasserai».
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