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(Photo by Francesco Pecoraro/Getty Images)
Il giudice sportivo, ieri, ha mandato un altro segnale a tutti. Per primo, al becerume che prende posto sugli spalti degli stadi pensando di poter dire e fare quello che gli pare. Ma anche ai club, che è un bene che si diano da fare a collaborare per individuare gli odiatori razzisti. Il mondo del pallone non invoca più la giusta distanza e non si tiene lontano: entra a piedi uniti. Il giudice sportivo Mastrandrea ha deciso di dare una carezza all'Atalanta (8mila euro per i cori prima della partita) e poi ha calato il pugno sul tavolo, invocando un supplemento di indagine per l'individuazione dei responsabili degli insulti a Koulibaly.
D'altronde l'ispettore federale che era posizionato nei pressi del tunnel di accesso al terreno di gioco ha sentito insulti razzisti che erano sfuggiti: quelli ad Anguissa. Nessuno ha voltato le spalle, questa volta. Non solo Koulibaly, dunque, è stato vittima, a Bergamo, di insulti razzisti. Anche se è sacrosanto sottolineare che in questo caso ci si trova davanti a individui che possono essere identificati attraverso le telecamere del GOS. Perché è giusto non punire interi settori (mai come domenica pomeriggio tutto era filato per il verso giusto) ma solo i responsabili diretti. Lo riporta l'edizione odierna de Il Mattino.
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