GIGANTE. È lui a sbloccare la partita rispettando le indicazioni che arrivano ogni giorno in allenamento e in panchina durante le partite: seguire l'azione, attaccare l'area di rigore, inserirsi senza palla senza destare troppi sospetti, in silenzio. Il gol in volo, dominando su Frendrup, è frutto del solito lavoro sulla corsia sinistra di Neres e della fisicità con cui Anguissa si fa gigante in ogni partita. Costruttore, distruttore di gioco e ora, per due turni di fila, anche centravanti aggiunto a Lukaku. Partita totale, la sua, al Ferraris. Pedina preziosa a destra in quell'incastro perfetto con Di Lorenzo e Politano, la catena dei soliti noti, gli stessi nell'anno del tricolore, un'intesa speciale che si sta rinforzando e rinnovando con le indicazioni di Conte e il nuovo calcio in cui Anguissa si trova a meraviglia. Contro il Genoa, prima e dopo il gol (festeggiato come in Friuli con la dedica speciale a Daniele, piccolo tifoso del Napoli), il centrocampista ha giocato tantissimi palloni tra tocchi puliti, sporchi ma efficaci o recuperi. Difetta solo in marcatura su Vitinha sul gol di Pinamonti. Si è inserito spesso alle spalle dei centrocampisti, ha chiamato i movimenti del pallone ai compagni o si è abbassato affiancando Lobotka per ricevere e aprire il campo con le sue geometrie. Conte sa di potergli chiedere questo e altro.
CRESCITA. Anguissa è un giocatore completo che sa fare tutto e in ogni particolare del suo calcio c'è quel tocco di eleganza e classe che lo rende unico nel suo genere. Il gol è un dettaglio non banale e soprattutto non casuale: per qualità, fisicità e tempi di inserimento, Anguissa si prenota per altre reti e la previsione sulle otto marcature fatta da Conte, che in estate lo aveva blindato e ora sta imparando a conoscerlo, non era casuale ma figlia della lungimiranza tipica del ruolo. Proprio con l'arrivo di Conte in panchina, Anguissa è cresciuto ulteriormente.
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