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Ancelotti provò a convincere De Laurentiis. Il meeting all’Hotel Vesuvio

Alessandro Silvano Davidde

Ancelotti resterà a Napoli ancora qualche giorno, forse fino alla vigilia di Natale. E poi partirà per Vancouver, secondo quello che era già un piano programmato. Ma fino a quel giorno Carlo resterà qui, assieme anche alla figlia che, però,...

Ancelotti resterà a Napoli ancora qualche giorno, forse fino alla vigilia di Natale. E poi partirà per Vancouver, secondo quello che era già un piano programmato. Ma fino a quel giorno Carlo resterà qui, assieme anche alla figlia che, però, ha già provveduto a fare disdetta dell’appartamento dove vive da un anno e mezzo. Ieri i collaboratori si sono recati molto presto nel centro tecnico per svuotare gli armadietti e portare via i computer. Nonostante l’aria cupa, speravano che un buon risultato con il Genk avrebbe potuto allungare la loro permanenza in azzurro. Tutto inutile. Cala il sipario sull’avventura di Carlo a Napoli ma per la stampa inglese la sua pausa in panchina durerà davvero poco. Il Mattino ha dedicato dello spazio a Carlo Ancelotti.

Ancelotti ha provato a convincere ADL

L’Arsenal è in pressing su di lui e anche un’altra squadra della Premier potrebbe virare su di lui, ovvero l’Everton. Non ha fretta, vuole ponderare ogni nuova opzione.

La verità è che Carlo Ancelotti era convinto che sarebbe rimasto ancora sulla panchina del Napoli. E lo ha dimostrato anche nel breve briefing all’hotel Vesuvio, nelle ore successive la gara con il Genk: perché lì, al cospetto di De Laurentiis e degli stati generali del club azzurro, Carletto ha provato a tenersi la panchina, a rinviare ancora una decisione che De Laurentiis aveva maturato con grande sofferenza. «Sei sicuro?», gli ha ripetuto più volte. Perché la vittoria con i belgi, il passaggio agli ottavi era certo potesse essere la scintilla per il cambio di passo. Sono stati momenti particolari, perché davvero il presidente azzurro ha grande stima per il tecnico di Reggiolo. E non è un caso che De Laurentiis abbia scelto proprio una notte di gioia, il passaggio agli ottavi per chiudere con l’allenatore vincitore di tre coppe dei Campioni. E che glielo abbia voluto dire di persona, e non notificarlo con un comunicato o attraverso un dirigente.