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Ancelotti, il retroscena con i presidenti: da Tanzi a Berlusconi

Alessandro Silvano Davidde

La gestione del gruppo prima di tutto, ma per Ancelotti non è stata mai facile neppure quella dei presidenti. Perché – come riportato da Il Mattino – alle spalle di una grande società c’è sempre una figura ingombrante che tiene i...

La gestione del gruppo prima di tutto, ma per Ancelotti non è stata mai facile neppure quella dei presidenti. Perché - come riportato da Il Mattino - alle spalle di una grande società c’è sempre una figura ingombrante che tiene i fili. Carletto ha imparato fin da subito, dalla Reggiana di Dal Cin al Parma di Tanzi, i suoi primi club da tecnico.

I casi di attriti di Ancelotti con i presidenti

PARMA - Con il patron della Parmalat l’amore non è mai sbocciato. «A Parma, che tanti vedono come un’isola felice, non c’è mai stato feeling né con la società né con la città. Non mi hanno mai apprezzato», ha raccontato una volta Ancelotti. E infatti, quando Tanzi nel 2001 lo rivuole sulla panchina del Parma, lui ci pensa un po’ e poi dice no facendo andare su tutte le furie il signor Parmalat.

MILAN - Carletto rifiuta il Parma per rispondere sì alla chiamata del Milan, dove a riaccoglierlo c’è Silvio Berlusconi, non esattamente il più facile dei presidenti. «La cosa curiosa - racconta Ancelotti - è che ci criticava soltanto dopo qualche partita giocata bene: questo era fonte di grandi stimoli». Ne ha viste di tutti i colori ai tempi del Milan, a partire da un libro di Vespa, dal quale ha appreso, con tanto di disegni autentici in appendice, di avere “concordato” con il presidente gli schemi della finale di Champions vinta a Manchester contro la Juve nel 2003. Ne esce fuori un mezzo caso diplomatico, con Ancelotti che rivendica la paternità di quei fogli tattici addirittura chiamando in causa l’esame calligrafico. Il rapporto tra i due non si scalfisce.

REAL MADRID - Al Real Madrid arriva per esplicito desiderio di Florentino Perez. E il rapporto inizia tra strette di mano e sorrisi. Poi i festeggiamenti per la Decima. In mezzo, a creare qualche crepa nel matrimonio tra presidente e allenatore, ci si mette l’agente di Bale perché il suo assistito, costato 100 milioni di euro, vorrebbe giocare in un’altra posizione, magari più centrale. Ancelotti spiega al presidente che non può cambiare sistema di gioco per lui. L’inizio di una polemica che non si spegne nemmeno dopo l’esonero del maggio del 2015