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MILAN, ITALY - SEPTEMBER 23: Alessandro Altobelli attends The Best FIFA Football Awards 2019 at the Teatro Alla Scala on September 23, 2019 in Milan, Italy. (Photo by Claudio Villa/Getty Images)
Alessandro Altobelli, ex calciatore dell'Inter, ha rilasciato un'intervista ai microfoni de Il Mattino, soffermandosi sulla sfida di questa sera in campionato fra i nerazzurri e il Napoli.
Che partita sarà questa sera?
"Una di quelle belle da vedere. Mi aspetto di divertirmi, ecco, di vedere uno spettacolo in campo, sono due formazioni che hanno tutte le armi per farlo".
Ma è una partita scudetto?
"È una partita che ti può avvicinare al Milan, mettiamola così. Ad oggi sono i rossoneri la squadra da battere ma è un campionato così strano senza tifosi che tutte le squadre possono dire la loro".
Sembra essere tutto molto equilibrato.
"Finalmente vediamo una bella Serie A: il Milan merita la posizione che ha, l'Inter è costruita per vincere e senza le coppe può andare spedita. Il Napoli è cresciuto tanto e poi c'è la Juve che alla fine verrà fuori alla grande".
È un Inter-Napoli d'alta classifica come ai suoi tempi?
"In quegli anni c'era un rispetto diverso per la maglia da indossare e questo faceva la differenza. Ma stasera vedremo una partita tra due squadre che vengono da ottimi momenti: l'Inter forse ha trovato a Cagliari una svolta, il Napoli mi soddisfa quando va in campo. Che peccato per quei punti persi a tavolino con la Juve, potrebbero far la differenza".
Chi la deciderà?
"Lukaku e Lautaro sono problemi per il Napoli come Mertens e Insigne per l'Inter. Poi ci sono Barella e Zielinski che possono far saltare il banco. Ma soprattutto possono incidere i due allenatori".
Ecco, Conte e Gattuso: due mondi opposti?
"Sì, ma due grandi allenatori. Conte, nonostante quel che si dice, è uno dei migliori in circolazione e ha un'esperienza tale da arrivare preparato a gare come quella di stasera. Forse a volte mette troppa pressione ai suoi e questo può essere un problema. Sono felice, poi, per Gattuso: sta dimostrando finalmente di non essere solo uno di carattere. È un allenatore che studia, rispetta la squadra, sa leggere le partite e vincerle".
Quale Inter-Napoli porta nel cuore?
"La partita della stagione 83-84. Eravamo partiti male con Radice in panchina, la società ci riunì prima della sfida agli azzurri per dirci che, se non avessimo vinto, avrebbero mandato via l'allenatore. Arrivò il Napoli, fu una sfida strana, bloccata e tesa. A dieci minuti dalla fine arriva questa palla in area, mi avvento e faccio gol. Così salvammo la panchina e finimmo la stagione al quarto posto".
Un anno più tardi, il suo ultimo gol al Napoli e l'arrivo di Maradona.
"Che belle sfide con Diego, era l'unico calciatore in campo che avrebbe potuto risolverla come voleva e quando voleva. Di calciatori forti ne ho visti, mai come lui".
Che amicizia la legava a Diego?
"Una amicizia pura perché lui era una persona pura. Qualche tempo fa ci ritrovammo per una partita organizzata in Svizzera. La sera prima dell'amichevole la passammo io, lui e il presidente Infantino a tavola, a bere e parlare di calcio come vecchi amici. Parlammo di tutto: del Mondiale in Qatar, dell'Argentina e anche del Napoli che seguiva sempre".
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