L'addio a Daniele, il piccolo tifoso azzurro che ha conquistato il Napoli e Napoli, si è consumato ieri, nella chiesa dei Fiorentini al Vomero, tra centinaia di persone e diversi rappresentanti della società sportiva partenopea. La squadra non era presente, ha preferito salutare Daniele a modo suo, nello spazio sacro ed inviolabile dello spogliatoio, che Daniele ha vissuto per oltre un anno. Ne parla oggi il Corriere dello Sport, ecco quanto evidenziato dalla nostra redazione:
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Addio Daniele, il Napoli ha fatto due richieste alla Lega per il match col Verona
"In chiesa c’è una delegazione del Calcio Napoli, il club che lo ha adottato e lo ha portato con sé anche in trasferta e in ritiro finché Danielino ha potuto: l’ultima volta a Genova, a Marassi; e per domenica sono stati richiesti alla Lega il minuto di silenzio e il lutto al braccio. Dicevamo: Edoardo De Laurentiis, Tommaso Bianchini, Guido Baldari, Simona Campanella. La signora che ha creato questa connessione, che per la prima volta ha aperto le porte del mondo azzurro fatato e incantato a quel tifoso così coraggioso in perenne lotta con un male spietato. Giocando di squadra, però, si vince sempre. E così, un giorno di un annetto fa, Daniele guardò dritto Aurelio, il presidente, dandogli del tu come lo dava a tutti: «Sai che sei proprio simpatico?». E fu l’amore vero. L’amicizia vera. L’abbraccio che non finirà mai. La famiglia De Laurentiis ha perso un pezzo: si sono adorati, si sono stretti e confortati a vicenda durante il percorso fatto insieme, e sono stati belli. Ma l’impressione, guardando la chiesa stracolma di familiari, amici o tifosi che neanche conoscevano Dany, è che a perdere un pezzo sia stato il popolo azzurro intero. Per la cronaca: il cardinale ha raccontato che Daniele dava del tu anche a lui. Si scrivevano, si mandavano messaggi. Lo faceva con il presidente, con i giocatori, con i magazzinieri, i dirigenti, i signori e i ragazzi degli staff. Lo faceva con Antonio Conte e la signora Elisabetta, con cui ha trascorso il Capodanno insieme a Edo. E qui comincia un altro capitolo della storia: il giocatore numero 12".
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