Stiamo parlando di Juan Pablo Gimenez, di Buenos Aires, in città da un paio di anni. Lo street-artist, in contemporanea con gli straripanti successi del Napoli di Spalletti, aveva già disegnato opere di un certo rilievo sulle ante del gazebo, nell'area del santuario. I suoi lavori raffigurano Diego varie fasi della sua leggendaria carriera. Con la Coppa del Mondo, con la maglia azzurra, sulla panchina dell'Argentina: «Lo sto facendo gratis raccontò Gimenez a Il Mattino Perché mi sento in debito con Diego. Per me essere qui è una forma di ringraziamento per l'uomo che ci ha reso felici: Maradona era napoletano e dovevo conoscere il suo popolo e la sua terra». A indicare oggi il nome di Gimenez come "restauratore" è Antonio Esposito, in arte Bostik, al quale è intestata l'ex area parcheggio, che oggi ospita il mausoleo di Diego. Allo stesso tempo, Esposito allontana l'idea di una raccolta fondi. La zona è cambiata. Se nel 1990 ci volle una colletta popolare per realizzare il murale, oggi via De Deo in parte grazie anche a quell'antica e spontanea iniziativa nata dal basso è diventata una delle mete turistiche più ricercate del Vecchio Continente".
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