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Spalletti: “Napoli è stata la mia felicità. Clausola? Gli avvocati sono al lavoro”

Dopo il trionfo in Serie A con il Napoli, il tecnico di Certaldo è pronto per affrontare una nuova sfida. Segui in diretta la conferenza stampa

Dopo le dimissioni di Roberto Mancini, sarà Luciano Spalletti il nuovo commissario tecnico della Nazionale Italiana, Il Presidente della Federazione non ha avuto dubbi: d'altronde «uomini forti, destini forti: non c'è altra strada». Quest'oggi alle ore 11.00 in quel di Coverciano, il tecnico di Certaldo è stato presentato come nuova guida sulla panchina dell'Italia. Tanti i temi toccati: dalla clausola al Napoli, passando per la ricerca delle felicità - e del centravanti.

Di seguito quanto riportato:

"Grazie a tutti di essere qua. Grazie alla Federazione ed a Gravina per quest'incarico. Grazie allo staff. Sono stati giorni molto intensi dove mi dovevano dare tutte quelle cose per mettermi in condizione per sviluppare al meglio il mio lavoro. Ho passato molto tempo in questo luogo che si può definire università del calcio: ho imparato tante cose. Essere qui alla conferenza della mia presentazione è veramente un'emozione indescrivibile. Un sogno che parte da lontano. Avevo undici anni quando andai a chiedere a mia madre di farmi una bandiera dell'Itali più grande possibile per festeggiare la vittoria contro la Germania. Ora riporterò in campo questa bandiera e spero di far rinascere quel sogno di poter portare questa bandiera in tutte le migliaia di bambini che guardano la Nazionale".

Quanto ci è voluto per dire sì a Gravina?"È stato Gravina ad anticipare la risposta: ha visto in me la determinazione giusta. Sono stato felicissimo".

Napoli?"Napoli è stata un'esperienza bellissima. Qualcosa di travolgente: più di quello che uno si possa aspettare. Naturalmente, è un ricordo bellissimo. La clausola non mi farà retrocedere dal pensiero di aver preso la decisione corretta. In questo senso ci sono delle cose che dobbiamo mettere a posto: ci stanno lavorando gli avvocati. Io spero che si possa arrivare alla soluzione migliore possibile per entrambe le parti".


Cosa cerchi in quest'esperienza?"Cerco la felicità. Abbiamo bisogno di questa. Io non riesco ad essere felice da solo, la mia felicità è lo specchio che riflette verso gli altri. Non riesco ad essere felice se non vedo la gente felice attorno a me. Napoli è stata la mia felicità. Li ho visti talmente contenti che è da quello che dipende la mia felicità. Questa cosa qui credo sia subito da chiarire. Devono essere felici di vestire questa maglia. Voglio appartenenza per questa maglia. De Rossi diceva di avere due maglie. La maglia della Nazione la indosseremo sempre sotto quella del club. La maglia della Nazionale sarà un'altra cosa: sarà una sfida importante. Noi abbiamo dei campioni che hanno dimostrato cosa vuol dire vestire la maglia della Nazionale: penso a Gigi Buffon o Baresi, Baggio o Lippi, che ho sentito in questi giorni. Anche Vialli sarà sempre con noi. Saranno i nostri spiriti guida. La storia di Gigi sarà fondamentale per sapere quale dev'essere il comportamento adatto. Di Gigi Buffon staccheremo un pezzo per dimostrarlo: lo porteremo a casa per studiarlo al meglio".

Criterio di scelta?"Abbiamo bisogno di esperienza. Come dicevo prima, è un dono troppo importante per contraccambiare. A me dispiacerà mandare i ragazzi in tribuna: so le difficoltà ad affrontare questa situazione. Poi, doppio ruolo da tutte le parti. Tendo di scegliere i migliori ed il minutaggio. Portiamo il comportamento ben riconoscibile, non come ci chiamiamo. Su quello non ci sono deroghe".

Presenza di giocatori italiani e rapporti con i club?"Io conosco le difficoltà che hanno i club, ma poi devono sapere che il bene della Nazionale è il bene di tutto il calcio italiano. È una cosa che gli viene restituita: non dobbiamo mai essere in contrasto. Cerco di avere un rapporto continuo con gli allenatori. Ho chiamato già qualcuno, come ho già chiamato qualche calciatore non convocato. Viene facile riprendere un detto indiano: "Non è dove nasci, ma è dove muori che rivela la tribù a cui appartieni". Andiamo a prendere qualcosa anche in giro nel mondo. Conta la partecipazione, non il documento. Conta chi vuole rappresentare la storia: non abbiamo alibi, ma una storia di personaggi che ci ha indicato la nostra strada. Non ci sono scuse. Dobbiamo continuare la storia che abbiamo vissuto. È una storia che ci rappresenta benissimo, La vera vittoria è quando collegano il nome Buffon al nome dell'Italia. Hai evidenziato uno stile".

Prende in eredità la Nazionale Campione d'Europa o la Nazionale che ha fallito ad andare in Qatar?"Io non prendo i risultati. Da Mancini eredito una buona Nazionale che ha vinto un Europeo. Ha lanciato molti giovani, e lui l'ha fatto in maniera imponente. Bisogna cancellare quell'amarezza di due risultati che ci sono successi. Dobbiamo prendere le distanze di credere di far parte di un calcio minore, che non appartiene alla nostra storia. Dobbiamo cercare di piacere a tutti. È sempre la giusta via di mezzo che prende più cose e fa partecipare più anime. Noi vogliamo fare un calcio che assomigli ad una nazione forte come l'Italia".

Chi sarà il nuovo leader della Nazionale? "Non vogliamo un solo leader. Non ne basta uno, ma bisogna avere quella postura di quando esci di casa che se non l'hai al punto giusto, ti guardi, te la imponi e vai a confrontarti con tutti. Non ne basta uno solo. Ci sono delle nazioni fortissime con calciatori fortissimi. È chiaro che ci saranno dei calciatori con più esperienza e meno timidezza, che è una difficoltà caratteriale che i calciatori si portano con sé. Ai miei tempi dicevano: "Sei un calciatore da giovedì". La Nazionale è una cosa importante: dobbiamo avere questa responsabilità. Ed a me fa piacere averla. I calciatori devono fare allo stesso modo. Bisogna essere pratici e giusti. Dobbiamo andare battaglia a tutti. Regista ne ho più di uno. Noi vogliamo giocare con la difesa a quattro. Qualche scelta è stata fatta anche per questo. Non c'è differenza per quelli che giocano a tre. Anzi, sposa benissimo con quello che vogliamo fare. Vogliamo essere una squadra che tenta di andare a prendere la palla. Nel calcio contano la pressione e la costruzione. Abbiamo un regista della Juventus: Locatelli ad esempio. Ci sono anche altri giocatori senza far nomi. Anche Cristante lo sta facendo in maniera splendida: ha quella fisicità che può darti una mano. La fisicità è diventata una cosa fondamentale".

Centravanti?"Ce ne sono in Italia che sono nelle condizioni di poter vestire la maglia della Nazionale. Quello fisico ha delle caratteristiche ben precise. Raspadori è più bravo a partecipare al collettivo, andremo a cercare delle risposte che siano complete. Altrimenti cercheremo di calcare la mano su quello che dovrà essere il comportamento della squadra. Mi sembra che ci siano delle potenzialità uguali da poter sfruttare. Ci sono anche calciatori di altre posizioni che possono ricoprire quel ruolo lì. C'è un lavoro normale da fare. Io mi fido di me stesso, ma anche dei miei collaboratori che conosco dal primo giorno. Li ho allenati nello spogliatoio quando mi hanno fatto vincere. Anche ora sono diventati più moderni".

 


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