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Sacchi: “Macedonia? L’Italia dovrà restare squadra e farli sentire piccoli!”

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L'analisi di Arrigo Sacchi su La Gazzetta dello Sport

Mattia Fele

L'Italia affronterà la Macedonia nelle Semifinali dei playoff utili alla qualificazione ai Mondiali in Qatar. Mancini dovrà fare a meno di Di Lorenzo, terzino destro che ha davvero impressionato tutti in quest'annata di Serie A. Di questa gara e del percorso in generale di questa squadra ha parlato Arrigo Sacchi a La Gazzetta dello Sport, noto ex allenatore e figura di spicco del calcio italiano che fu.

Sacchi: "Italia, ecco come si batte la Macedonia!"

mancini

Di seguito quanto si legge sulla Rosea:

"Gli Azzurri devono avere la memoria buona e rifare quello che hanno fatto all’Europeo. Il calcio italiano ha sempre tirato fuori il meglio nelle difficoltà. Devono stare tranquilli perché sono già entrati nella storia trionfando all’Europeo, ma soprattutto vincendo con merito. Un’impresa nella desolazione recente del calcio italiano. I club, pur avendo gli stranieri, non vincono da 12 anni".

Sulla chiave giusta

"Gli azzurri dovranno puntare tutto sulla generosità, sulla passione, sullo spirito di squadra, sul sacrificio, sul fare una corsa in più per il compagno. Affidarsi alle individualità è come mettere un bastone nei raggi di una bicicletta".

Su come battere la Macedonia

"Ho scritto a Carlo (Ancelotti ndr) dopo il Clasico: “Ho visto una squadra contro 11 sparpagliati. La squadra era il Barcellona”. Era d’accordo. L’Italia dovrà essere sempre squadra, corta e aggressiva. Contro una formazione modesta la cosa migliore è aggredirla e farla sentire piccola. Pressarli per recuperare la palla alta e non ripartire da troppo lontano. Insigne deve ritrovare entusiasmo. Berardi è un campione in continua crescita: fa gol, assist, pressa, ora segna anche di destro. Immobile deve giocare con la sicurezza che ha nella Lazio e restare lucido".

Sui nuovi attaccanti 

"Scamacca e Raspadori potranno aiutare molto. Scamacca è migliorato tanto. Ora va incontro alla palla e segna di più di testa, deve solo attaccare meglio la profondità. Raspadori è intelligentissimo, rapido, ma deve giocare con una punta davanti e non in fascia, lì si perde. Sono ottimista.Io mi fido di Mancini per quello che ha dimostrato: devono fargli un monumento".