L'ex calciatore Angelo Domenghini si è espresso ai microfoni di TMW Radio sulla Nazionale. L'ex attaccante ha trattato tutti i punti dei calciatori chiamati da Mancini (e alcuni lasciati a casa). Tra questi c'è spazio anche per Raspadori che con il Napoli è stato decisivo in un paio d'occasioni, ma all'intervistato non gasa particolarmente. Ecco le sue parole.
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Domenghini: “In Italia manca il coraggio di attaccare in tanti. Su Raspadori…”
Domenghini: "Raspadori è un calciatore promettente come altri"
Di seguito le dichiarazioni dell'ex calciatore Angelo Domenghini a TMW Radio:
"I titolari degli Europei mi convincono. I più bravi che ci sono in giro sono Verratti, Sensi, Barella. Mi dispiace per Sensi, che era il più bravo di tutti ma poi è stato scartato".
Sulle carenze della Nazionale in difesa e attacco
"Penso che sia abbastanza semplice. Dobbiamo semplicemente valutare le campagne acquisti che si fanno durante il campionato. Arrivano solo stranieri e la situazione peggiora ogni anno di più. Qui non si possono fare miracoli nei settori giovanili. Di difensori ad esempio ne abbiamo tantissimi, dobbiamo avere solo il coraggio di farli giocare".
Su Barella e Tonali
"Sono già leader della Nazionale. Sono bravi veramente. A volte capita di avere tanti centrocampisti e pochi difensori. Abbiamo difficoltà a trovare incontristi. Siamo sempre più o meno sul filo dell’equilibrio di una bilancia molto variabile. Questi ragazzi sono cresciuti nei settori giovanili".
Su Zaniolo
"Se non gioca mai è difficile valutarlo. Ogni due partite si fa male. È un po’ sfortunato. Ha grande talento, in Nazionale c’è bisogno di uno come lui. Pellegrini, restando sulla Roma, è un altro interessante. Ci sono tanti che possono rientrare nel gruppo della Nazionale".
Su Raspadori
"Non sta a me dare giudizi su un giocatore. Un conto è valutare dalla televisione, un conto è valutare dal campo. Sicuramente è un ragazzo promettente, come ce ne sono altri in giro".
Sulle prossime sfide dell'Italia
"Sono partite normali, quasi fossero amichevoli, Non sono gare da giocare alla morte. Devono essere partite per dare l’opportunità di fare esperienza ai nuovi giocatori".
Sul ruolo di esterno
"Ai miei tempi c’erano Causio e Fanna, che presero poi il mio posto. Ora è totalmente diverso, gli esterni non sono più giocatori offensivi, sono terzini adattati all’attacco. In Italia non si ha più il coraggio di attaccare con tanti uomini. Un tempo c’erano le ali pure che sapevano anche sacrificarsi in fase difensiva. Bisogna semplicemente tornare a fare questo".
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