Al termine del pareggio dell'Italia Under 21 contro il Montenegro, il commissario tecnico azzurro Paolo Nicolato ha rilasciato alcune interessanti dichiarazioni alla Rai. Il tecnico ha anche espresso tra le altre cose ancora un'opinione sullo stato di salute del calcio del nostro Paese.
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Nicolato: “Il livello dei nostri giovani è basso. Il calcio italiano è sommerso”
L'intervento dell'allenatore degli azzurrini
Le parole di Nicolato
Di seguito le dichiarazioni di Nicolato riportate da La Gazzetta dello Sport:
"Un numero minimo di italiani in rosa? Non so se questa ipotesi sia percorribile dal punto di vista giuridico. È chiaro che dobbiamo trovare qualcosa. Se si potesse fare potrebbe essere una delle strade da percorrere, se non altro nei settori giovanili perché comunque quello che noi decidiamo di fare oggi, se decidiamo di farlo, si vedrà fra qualcheanno".
Sul lavoro da intraprendere
"Dobbiamo lavorare per tornare fra 4-5-6 anni ad avere una certa competitività. Vanno modificate cose strutturali. È vero che ci sono pochi calciatori italiani che giocano ma è vero anche che c'è un livello dei giovani che è abbastanza basso, ed è basso perché c'è stato un grosso disinvestimento nei settori giovanili, e le società sono in difficoltà e fanno fatica a dare continuità dirigenziale ed anche tecnica. Ci sono una serie di componenti da sistemare".
Ci saranno novità sull'utilizzo dei giovani italiani?
"Non so se cambierà qualcosa a livello di utilizzo dei giovani calciatori italiani, non ci giurerei. Non occorre essere profeti per vedere quello che sta accadendo. Non è il problema di tagliare una o due teste. Se pensiamo di fermarci a questa cosa qui e risolvere il problema siamo lontani. È un problema profondo, ci sono delle cose da mettere in atto che secondo me vanno fatte e che daranno i loro frutti non domani o dopodomani ma fra un po' di anni. Si tratta di convergere, di mettere tutte le idee e le competenze possibili insieme per capire cosa possiamo fare per crescere perché noi siamo fermi da un bel po'".
Sul trend della Nazionale maggiore
"C'è una tendenza che parte dal 2010 dove ci siamo qualificati al Mondiale ma non abbiamo passato il girone, nel 2014 uguale, nel 2018 abbiamo perso lo spareggio, nel 2022 abbiamo riperso lo spareggio. Se il trend è questo la prossima volta non vinciamo neanche il girone. Ma non c'è una colpa di qualcuno, la Nazionale è la punta di un iceberg che è quasi totalmente sommerso. Noi dobbiamo andare a trovare all'interno dell'iceberg se c'è un modo per risolvere le cose. Qualche domanda in più bisogna porsela. Questo è un momento in cui nessuno può girare la testa da un'altra parte, dobbiamo unire le forze e le competenze per capire cosa c'è sotto questa punta. Non possiamo pensare di risolvere il problema partendo da sopra. Sopra c'è il risultato di un lavoro che stiamo facendo o non facendo nel corso degli anni".
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