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Pellegrini: “L’Italia arriverà tra le prime quattro, fortunata per la Francia”

(Getty Images)

Ai microfoni di 1 Radio Station, Luca Pellegrini, ex calciatore della Sampdoria, ha parlato dell'Italia, del suo percorso e del rapporto tra Mancini e Vialli

Edoardo Riccio

Quest'oggi, ai microfoni di 1 Radio Station, Luca Pellegrini ha rilasciato alcune dichiarazioni sull'Italia, sul suo percorso in questo Europeo e sulla gara con il Belgio. L'ex calciatore, inoltre, ha parlato anche di Mancini e di Vialli e del loro rapporto.

Pellegrini: "Mancini e Vialli hanno una grande personalità, che coppia"

 (Getty Images)

Di seguito le parole rilasciate dall'ex calciatore Pellegrini:

Sulla Sampdoria dei suoi tempi

"La mia Sampdoria riuscì ad abbattere l’egemonia del Napoli di quegli anni grazie alla programmazione. Dagli anni ’80, la dirigenza acquistava ogni anno il miglior giocatore della Serie B, e riuscì a creare una grande squadra. Eravamo un gruppo di forte personalità, facemmo un percorso di crescita anno dopo anno e fatto tesoro delle sventure degli anni precedenti.

A differenza del Napoli che aveva Maradona, l’Inter i suoi tedeschi, il Milan gli olandesi, noi non avevamo un jolly. Non avevamo degli stranieri, campionato, che ci facessero fare il salto di qualità".

Sull'Italia e sul suo percorso

"C’è da dire che Mancini è un uomo fortunato, e ieri la Francia, favorita della competizione, è stata anche eliminata. Se arrivasse fra le prime quattro, considerando da dove si è partiti, sarebbe un successo e un buon trampolino di lancio per i prossimi mondiali".

Su Mancini e Vialli

"Insieme non me l’aspettavo. Hanno una grande personalità, sono felice di rivederli insieme, soprattutto per Vialli. La Nazionale sta aiutando Gianluca a superare la malattia, gli sta dando linfa per continuare a combattere.

Mancini era un rompiscatole in campo, si accorgeva degli errori altrui e non dei suoi. Quando capì che Vialli gli avrebbe fatto ombra, si mise al servizio degli altri e divenne l’uomo assist. Accanto a lui, tutti diventavano capocannonieri".