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FLORENCE, ITALY - JUNE 13: Jorginho of Italy speaks with the media during press conference at Centro Tecnico Federale di Coverciano on June 13, 2021 in Florence, Italy. (Photo by Claudio Villa/Getty Images)
Dopo la Champions League, Jorginho questa sera potrebbe realizzare qualcosa di grandissimo per sé e l'Italia intera. Del suo approccio al calcio ha parlato in un'intervista a La Gazzetta dello Sport la madre, la signora Maria Tereza.
“Qui è dove aveva iniziato a imparare a dominare la palla e calciare. Era una cosa molto stancante per lui perché era piccolo. Per me è nato con questo dono. Lo portavo a studiare i fondamentali, un po' di quello che sapevo. Lanciavo la palla e cercavo di convincerlo a dominarla. Quando avevo un giorno libero, ce lo portavo tre o quattro volte a settimana. Mi chiedeva di fare giochi da bambino, gli dissi di allenarsi di più e poi di andare al mare. Assimilò molto bene e velocemente. Poi andò alla scuola calcio. Dice anche oggi che i fondamentali glieli ho insegnati io”
“Giocavo in alcuni posti del Paese e lui era sempre dalla mia parte. Chiedeva di venire con me quando c'era una partita, poi gli dicevo che non c'era posto sull'autobus. Ma insisteva, chiedeva di viaggiare in piedi, accanto a me. Mi ha seguito molto nel calcio e mi ha visto giocare. L'amore per il calcio è di famiglia. Mio padre era un giocatore dilettante. Gioco ancora oggi, in modo amatoriale”.
“Quando aveva iniziato a giocare nelle scuole calcio, pensavo, con cuore di madre, che se ne sarebbe andato via da me. Ma immaginavo che fosse a San Paolo, a Rio, a Rio Grande do Sul, non così lontano e dall'altra parte dell'oceano. C'è un film nella tua testa, tutto il sacrificio, la disciplina, il focus sul calcio. Lui ha dovuto fare molti sacrifici per raccogliere i frutti oggi. Niente è stato gratis per mio figlio".
“Aveva parlato con la nazionale brasiliana. Gli hanno chiesto di aspettare, ma avrebbe aspettato fino a quando? La carriera di calciatore è breve. Ha detto che il Brasile gli chiedeva di aspettare, ma la nazionale italiana lo chiamava. Avrebbe voluto (giocare per il Brasile, ndr.), ma non era colpa sua”.
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