Cosa pensa della dieci affidata a Raspadori?
“È una ulteriore responsabilità. È un numero che pesa. Il numero dieci apparteneva a Zola, Baggio e Del Piero. Giocatori importanti, naturalmente, e per questo si parla di una assunzione di responsabilità. Tuttavia, Giacomo è un giocatore giovane che ha bisogno di tempo e fiducia per esprimere il proprio potenziale e poter fare la differenza come i suoi predecessori”.
Su cosa crede abbia lavorato il tecnico azzurro dopo la sconfitta contro la Lazio?
“Sicuramente avrà analizzato il secondo tempo, che ha lasciato sorpresi un po’ tutti. Non eravamo abituati a vedere un Napoli che concedeva tanto spazio all’avversario, ed in tale difficoltà. Tuttavia, Garcia è ancora da poco tempo sulla panchina del Napoli, avrà bisogno del giusto tempo per ambientarsi in questa nuova realtà. Le aspettative dopo il successo dello scorso anno erano alte, e l’eredità di Spalletti è un onere pesante. Va, però, ripresa la stessa serenità e gioia di fare calcio che ha contraddistinto lo scorso anno”.
Sostituire il miglior difensore della Serie A con una giovane promessa non rischia di essere una scommessa troppo avventata?
“Sarà il campo a dirlo. Anche la passata stagione, quando si sostituirono Koulibaly ed Insigne con Kim e Kvaratskhelia si diceva lo stesso, salvo poi essere smentiti dal campo. A Natan andrà concesso un fisiologico periodo di ambientamento. Serve pazienza, siamo soltanto alla terza di campionato”.
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