Conte un rimpianto? "Ma no. È stato preparatore e motivatore unico, uno che fa della coralità del suo gioco l'arma in più. E in pochi sono bravi come lui ad aggiustare le cose strada facendo. Non a caso dopo il 3-0 con il Verona ha sistemato il Napoli... Sono sempre rimasto incantato dalla sua voglia, autentica, di innamorarsi perdutamente dei posti dove va a lavorare: veniva dalla Juventus, ma ha amato alla follia l'Inter. E ora sta facendo lo stesso con il Napoli. Lui ha un'esigenza che forse serve a far felice se stesso: si consegna totalmente al club per cui va a lavorare. Forse è solo un gioco, ma piace a tutti. Ed è piaciuto anche a me".
La seconda stella un momento straordinario? "Più forte di me. Non riesco ancora a perdonare a Inzaghi lo scudetto regalato al Milan. L'avessimo consegnato al Napoli, ecco, ci sarei passato sopra, ma proprio a loro no. Ed è uno scudetto di cui lui deve portare il peso. E che i trionfi arrivati dopo non cancellano".
Rivuole Lukaku? "Da noi all'Inter non ha deluso la prima volta che è stato qui. Ma ora mi tengo Thuram e Lautaro tutta la vita. Poi mi pare che debba dimagrire un po', deve ritrovare lo scatto, tornare a girovagare per l'area. Non mi pare che in questo momento stia dando il meglio di quello che può dare".
Il suo Inter-Napoli? "La mia giovinezza, quando non avevo una lira e scavalcavo per entrare allo stadio. Però a me resta davanti agli occhi il Napoli che venne a vincere qui con il gol di Callejon: era il Napoli di Sarri. Posso dire? La squadra più bella mai vista in Italia. Un peccato che quel binomio si sia separato, perché nessuno è riuscito, lontano l'uno dall'altro, a ripetere le stesse cose".
Chi vince lo scudetto? "L'Inter o il Napoli. Ma occhio all'Atalanta: di solito la squadra di Gasperini decolla nel girone di ritorno, stavolta sta facendo già bene nel girone d'andata, come domenica al Maradona. Ecco, se tanto mi dà tanto...".
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