Su Spalletti
—“Ebbi modo di parlare con Spalletti prima della partita della Salernitana, e non sembrava essere in procinto di lasciare il club. Ciò detto, c’è sempre stata la consapevolezza che il trionfo azzurro rappresentasse, per Luciano, il coronamento di qualcosa di perfetto. Quel che ha fatto il Napoli ha qualcosa di straordinario. Di questi tempi, lo scorso anno, si criticava tutto e tutti. Il presidente nemmeno poteva uscire dall’albergo a Dimaro. Quest’anno, poi, il Napoli è riuscito a vincere lo scudetto attraverso la valorizzazione di calciatori che hanno saputo rivelarsi eccezionali e, soprattutto, attraverso un gioco straordinario. È chiaro, quindi, che la sindrome da appagamento, che ti porta a pensare che più di così non si possa fare, ci può stare. A Napoli, Spalletti, ha dato veramente tutto, La scelta di dormire nel centro sportivo è la fotografia di un uomo che ha dedicato tutto sé stesso a questa impresa. Secondo me, non ha creduto che si potesse replicare quanto realizzato, ed oltretutto che si potesse soddisfare l’ambizione europea del presidente. È giusto che un imprenditore come De Laurentiis guardi avanti. Alle tante motivazioni ulteriori di cui si è letto credo poco. Tra il presidente e l’allenatore c’è sempre stato un rapporto privo di contrasti, e la separazione è stata tra le più civili. Nel calcio sono andati via altri allenatori dopo un successo, e qualcuno anche sbattendo la porta. Ricordo Conte dopo gli anni sulla panchina bianconera”.
Su Giuntoli
—Varriale prosegue: “Qui credo bisognerebbe discutere sui tempi. Giuntoli è un dirigente che era ancora sotto contratto con il Napoli, aspetto su cui la stampa non si è concentrata molto, a differenza di altre occasioni in cui tale situazione è stata sottolineata con la matita rossa. De Laurentiis è presidente che tiene molto al rispetto di quei contratti che, ormai, sono celebri. Se poi vai via, dopo un anno trionfale e lasciando il contratto in essere, il malcontento ci sta. Alla fine, però, prevale sempre il realismo. Tenere Giuntoli un anno, inutilmente, sarebbe stata soltanto una ripicca, forse ingiusta nei confronti di un dirigente che ha contribuito alla vittoria del Napoli. Tutto sommato, si è chiusa una vicenda enfatizzata anche dai protagonisti di questa storia”.
Varriale sul mercato
—“Incedibili? Potrei dire tutti, ma volendo essere concreti rispondo Osimhen. Kim è stato una delle colonne della squadra, ma va anche detto che i difensori incidono nella costruzione di una squadra soltanto per il 15%. Sono gli attaccanti ed i fantasisti a fare gol, ed a costruire occasioni. Io, da questo punto di vista, dico che le recenti parole di Osimhen sono una dichiarazione d’amore verso il Napoli e verso la città. In un’epoca in cui le bandiere, ormai, non esistono da tanto, le parole del nigeriano ci dicono di un calciatore perfettamente calato nella realtà di Napoli. 150 milioni offerta irrinunciabile per il nigeriano? Sono valutazioni che competono all’area societaria. È chiaro che con 150 milioni in cassa la società mette a posto i conti, e può impostare il mercato in un certo modo. Solo il City ha un giocatore che possa dirsi al suo livello. Tuttavia, il Napoli è una società solida che non ha bisogno di vendere. È un grande merito di De Laurentiis che, spesso, i giornali - chiude Varriale - dimenticano di sottolineare".
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