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Rocchi: “Stiamo vivendo un cambio generazionale. Var? Non vogliamo nessun abuso”

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Il designatore arbitrale duro su chi abusa del Var
Francesco Iodice

Gianluca Rocchi, designatore arbitrale di Serie A e B, ha parlato ai microfoni di Sky Sport dell'utilizzo del Var e ha chiarito gli episodi più discussi delle prime giornate di campionato. Ecco un estratto del suo intervento, proposto dalla nostra www.

"Sono state sbagliate delle interpretazioni", le parole di Rocchi

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Di seguito quanto dichiarato: "Secondo me l'ultima giornata ci ha creato dei problemi perché abbiamo fatto degli errori, o meglio abbiamo sbagliato le interpretazioni. La differenza tra chi commenta e noi è che noi abbiamo un regolamento da seguire e ci sono situazioni e idee difficili da conciliare. Quando tu ti appoggi al regolamento e hai tutti verdi, vuol dire che la decisione non è sbagliata. Chiaro comunque che far digerire alcune scelte è difficile a noi e agli altri. Il primo anno abbiamo fatto tante discussioni sul fuorigioco passivo e attivo e ci siamo accorti che il VAR interveniva troppo".


Sull'utilizzo del Var: "Il Var parte con l'idea che l'intervento deve essere fatto se l'errore è grave. Noi non siamo fuoristrada perché siamo in linea con le competizioni europee e con le altre leghe, Premier a parte. La forbice di intervento comunque si è allargata. Quando c'è un errore importante, ci sono due ragazzi nel VAR che la pensano in un modo e poi quando escono capiscono che tutti quelli fuori la pensano in modo opposto. L'idea nostra è di dare una linea più chiara possibile. Poi ricordiamoci che c'è la soggettività e quindi per noi può essere fallo e per altri no. La presenza del VAR ammorbidisce l'arbitro? Se scopro questo non fa la Serie A. È un cambio generazionale, il ragazzo di oggi è diverso da quello di 30 anni fa. L'arbitro moderno è in una zona maggiore di comfort con questo strumento. Però siamo molto severi quando in campo non li vediamo decidere. Il Var interviene se c'è un errore chiaro. Non si interviene su tutti i contatti in area. Hai la capacità di stabilire con una bilancia il contatto? No, infatti il nostro compito principale è fare arbitri bene. Se arbitri bene e sei convincente, il Var in 5 secondi ti conferma la decisione. E' un cambio generazionale quello di questo momento. Ci sta che l'arbitro moderno sia in "un'area di comfort", ho chiesto serietà sui gravi falli di gioco e mi arrabbio se non lo fanno. Per me se l'arbitro prende decisioni corrette ma sbaglia la gestione della partita, ha una valutazione negativa. Al contrario se sbaglia un episodio ma la gestione è ottima ha una valutazione positiva".

Sugli errori arbitrali: "In una giornata può succedere che ce ne siano due o tre. Noi poi dobbiamo riportare quegli errori in linea. Non abbiamo mai cambiato la linea di intervento. Tu non puoi iniziare in un modo a settembre e finire in un altro, puoi però cambiarlo l'anno dopo. Se tu in base alla giornata storta cambi, allora crei confusione".

Sulla gestione delle partite:"L'arbitro bravo deve essere quello che capisce che tipo di partita ha di fronte. Un arbitro che non fischia quando le due squadre hanno tanti contatti, sta sbagliando. L'obiettivo mio è che l'arbitro capisca la tipologia di partita".

Sugli step on foot:"Noi non dobbiamo porci un problema. Bisogna capire il limite dove esageriamo e dove andiamo fuori. Ovviamente dobbiamo migliorare. Il modo di comunicare tra VAR e arbitro è molto asciutto. Fra il telecronista e l'arbitro ci sarà sempre un modo di pensare diverso. Step on foot? Nasce perché si accorgono giustamente che è una tipologia che sta aumentando, va punito col fallo e l'ammonizione. Gli episodi che abbiamo visto nelle ultime settimane non sono step on foot. Ci deve essere innanzitutto una contesa del pallone e non deve essere accidentale".