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interviste

Ulivieri: “Spalletti non si muove d’istinto, la sua scelta è stata molto ponderata”

Tony Sarnataro
Tony Sarnataro Giornalista 

Il presidente AssoAllenatori, è intervenuto a Radio Marte nel corso di Forza Napoli Sempre condotto da Gianluca Gifuni

Renzo Ulivieri, presidente AssoAllenatori, è intervenuto a Radio Marte nel corso di Forza Napoli Sempre condotto da Gianluca Gifuni. A seguire le sue principali parole.

Le parole di Ulivieri

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“Mi dispiace che Spalletti sia andato via dal Napoli, da un lato. Dall'altro credo che sia stata una scelta molto ponderata perché Spalletti non si muove d'istinto. Sono convinto della sua spiegazione, vera e razionale, quando dice che in queste condizioni probabilmente non sarei in grado di ripetere quello che ho fatto lo scorso anno perché mi mancano un po' di forze. Mi sembra un'affermazione molto logica, coerente, seria e molto sincera. È chiaro che un grande nome internazionale come allenatore potrebbe avere qualche difficoltà iniziale perché deve capire il nostro campionato. Un primo periodo di difficoltà quindi lo avrà come lo hanno avuto tutti gli allenatori che sono arrivati in Italia. È chiaro quindi che la società che sceglie in questo modo corre un piccolo rischio".

Su Italiano

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"Italiano ha fatto tre anni di Serie A e con la Fiorentina ha anche espresso un buon calcio. È adatto al sistema di gioco di Spalletti e, dunque, cambierebbe poco di una squadra che ha bisogno di cambiare pochissimo, e secondo me Spalletti avrebbe aggiunto giusto qualcosa. Con questi uomini se arrivasse un allenatore e volesse cambiare sbaglierebbe. Se, invece, volesse aggiungere una qualche varietà mi sembra l'atteggiamento più giusto e Italiano queste cose le sa fare. Per me l'espressione “calcio propositivo” non vuol dir nulla. Italiano ha un concetto di difesa molto alto, andando ad aggredire gli avversari e lasciando parità numerica dietro. Quindi qualche rischio lo prende insieme ai vantaggi. Non c'è mai un atteggiamento che porta solo vantaggi e nessun rischio. Spalletti ha dato, quest'anno, molta importanza alla riconquista della palla. Ma la riconquista a varie altezze. Perché se uno la pensa con l'idea bislacca del calcio propositivo, che vuol dire recuperare palla sulla trequarti avversaria, la volta che recupera palla con la difesa si meraviglia. E invece talvolta si recupera palla in alto, a volte a metà e qualche volta in basso. Il Napoli queste meraviglie non le ha mai mostrate. Anzi quando recuperava in basso e rilanciava direttamente verso Osimhen era ancora più pericoloso. Italiano non è ancora duttile tatticamente, ci dovrà arrivare, ma già il fatto di aver provato il 4-2-3-1 lascia ben sperare. Noi come scuola allenatori stiamo pensando al calcio del futuro che probabilmente sarà questo. È chiaro però che se hai dei fenomeni in squadra puoi non cambiare niente. Devono essere gli altri ad adattarsi”.