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Trotta: “Conte è nato leader, i suoi allenamenti sono tosti come quelli dei marines”

Angelo Salzano
L'ex compagno di squadra del nuovo tecnico del Napoli, ha rilasciato un intervista in cui commenta i metodi dell'allenatore leccese

In onda su 1 Station Radio, è intervenuto Ivano Trotta, allenatore ed ex compagno di squadra di Antonio Conte alla Juventus. Di seguito, un estratto dell’intervista.

Trotta su Conte, il Napoli e la preparazione fisica

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Lei ha giocato con Antonio Conte alla Juventus. Era già un leader? “Si. Quell’anno che io feci parte della prima squadra, nell’ultima stagione alla Juve, divenne capitano. Lippi scelse lui come capitano, aveva delle doti da leader già da calciatore. Essere capitano di quella Juventus non era da tutti. C’erano Peruzzi, Zidane, Del Piero, Deschamps… Il calcio”.

Tutti i calciatori allenati da Conte raccontano di allenamenti estenuanti. Anche quando era un calciatore si allenava con una simile intensità? “Come preparatore avevamo Ventrone. È stato il primo, da ex marine, a portare un allenamento molto duro. Negli anni, infatti, ha lavorato con Conte. Per allenamenti duri intendo un percorso intorno alla pista stile marines, con le ruote e le salite. C’erano dieci o quindici minuti di addominali. I test atletici erano personalizzati e, dunque, non si poteva barare. Facevamo dieci volte i mille… Già con Ventrone c’era gente che stava male. Dunque, Conte riprende questa preparazione e pretende tanto, ma i risultati si vedono”.

Dovremo aspettarci un Napoli meno sulle gambe? “Sicuramente un Napoli che correrà molto, è una garanzia per le squadre di Antonio Conte. Quando allenava la Juve, anche con il 3-5-2 c’era un gioco importante. Pertanto, questo tipo di atletismo non è a discapito del gioco. Mi auguro che al Napoli possa realizzare tutto quello che ha in mente”.


Sarà un 3-5-2 o un 3-4-2-1 il modulo di Antonio in azzurro? “Non saprei. Il mister è stato fermo nell’ultimo anno e mezzo e non so quale modulo impiegherà. Sarò sicuro che sceglierà un sistema di gioco congeniale alla squadra. Kvara? Nelle due sottoponte dietro un centravanti, Kvaratskhelia potrebbe esprimersi ottimamente. Credo possa essere una posizione congeniale a lui”.

Di Lorenzo può ricucire lo strappo con la società? “Da quello che ho sentito, si percepisce una rottura tra il calciatore e la società. L’unico paciere può essere il tecnico, affermando la volontà di trattenere Di Lorenzo e convincendo il giocatore della sua centralità nel progetto. Società ed entourage del capitano potrebbero ammorbidire le rispettive posizioni. Tuttavia, anche a me è capitato di partire poco motivato in alcune stagioni e, essendo quello del calciatore un ruolo dipendente dalle motivazioni, questo ha inciso sulle prestazioni”.

Nel modulo di Conte ci sarebbe posto per Lobotka? “Nel 3-5-2 ci sarebbe sicuramente posto. Con Spalletti abbiamo ammirato un giocatore incredibile. Si parla tanto dei calciatori, anche se lo si fa poco in relazione allo slovacco. Quello che ha fatto la passata stagione, con Luciano, è stato importantissimo. In un centrocampo a tre, con Antonio Conte, Lobotka può starci benissimo”.

Crede davvero alla possibilità che Chiesa lasci la Juve? “Può succedere. È un giocatore forte, ha mercato. Può essere ceduto soprattutto se Motta ha idee diverse. D’altronde, Federico è un giocatore che, quando è in forma, è devastante, anche se catalizzatore del gioco della squadra. Bisogna anche considerare che Chiesa è un calciatore che esige una particolare gestione e, dunque, Motta potrebbe decidere di farne a meno anche per questo motivo. Un esterno che interessa a Roma e Napoli”.