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interviste

Troise: “ADL ha in mente due zone per il nuovo centro sportivo, vi spiego”

Giovanni Montuori

L'analisi del noto giornalista

A “1 Football Club”, programma radiofonico in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Ciro Troise, giornalista de Il Corriere della Sera. Di seguito, un estratto dell’intervista.

De Laurentiis ha detto di voler realizzare, entro anno e mezzo, il nuovo centro sportivo

“Dopo la mia domanda è andato nel concreto del progetto. In tre o quattro mesi si individuerà l'area di interesse. Le zone candidate ad essere scelte sono Afragola, dove è sita la stazione Tav, e il litorale di Pozzuoli, nella zona di Monterusciello. Poi, ci sarà la determinazioen del budget, la scelta delle ditte e l’acquisto dei trenta ettari. È la certezza che si sta lavorando per trovare altre soluzioni e dotare la squadra di una nuova struttura”

Il presidente ha parlato anche di una deadline di 120 giorni al comune per la ristrutturazione del Maradona

“Napoli, in questo momento, è fuori da Euro 2032. È una cosa gravissima, sarebbe la prima volta che la terza città d’Italia è fuori da una competizione tanto importante. Ci sono stadi come Udine e Bologna ma non il Maradona. Dunque, è l’opportunità per strappare qualcosa in più dal Comune proprio a tal fine. Si gioca questa partita in quattro mesi. Tuttavia, credo non sia la solita provocazione, come poteva essere quella di Caserta. Il presidente sa di avere un potere e di poter premere sulla necessità di partecipare ad Euro 2032. Ora, però, dovrà presentare dei progetti concreti”

Sacchi diceva che la componente più importante di ogni club è la società. È d’accordo?

“E’ così. Ovviamente le società possono essere diverse, più collegate alla figura del presidente o strutturate nella ripartizione di competizione. La società, però, rimane l’anima di un club”


Tra le varie dichiarazioni, quali le sono piaciute meno?

“La sintesi di tutto, e che fotografa un uomo debole per cui non condivido il gioco al massacro degli ultimi tempi, è il sentir dire che oggi l’errore principale è stato il non trattenere Spalletti. Dare l’immagine di andare contro all’allenatore che ha riportato lo scudetto a Napoli dopo trent’anni sarebbe stata una pessima figura del club, uno dei punti più bassi a livello di immagine. Ciò detto, il presidente era chiamato al compito più difficile dal 2004 ad oggi, quello cioè di sostituire Spalletti. Affermare che avrebbe dovuto trattenerlo, come se non potesse esistere un Napoli senza Spalletti, è un segnale di profonda debolezza. È un messaggio che rafforza soltanto quella che è stata la figura di Giuntoli e Spalletti. Lo stesso Giuntoli gli aveva proposto il suo successore, ovvero Accardi. Inoltre, il direttore sportivo gli aveva suggerito di bloccare Kilman già a marzo”

Crede che anche le dichiarazioni sul Bari possano essere sintomo di debolezza?

“In quel caso gli è scappata una frase infelice. Non vorrei mai pensare che reputi il Bari la seconda squadra del Napoli. Può intendere il Bari come la sua seconda squadra, ma quanto detto non può essere condivisibile dal figlio. Adesso, ci sarà un clima infernale in Puglia”


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