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interviste

Trentalange, il legale: “Caso D’Onofrio? Ci vogliono fatti per le dimissioni”

Domenico D'Ausilio

Parla uno dei legali di Trentalange

A Radio CRC è intervenuto Paolo Gallinelli, uno dei legali del presidente dell'AIA Alfredo Trentalange, soffermandosi sul caso D'Onofrio.

Trentalange, il legale sul caso D'Onofrio

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“Le dimissioni di Trentalange? Siamo rimasti esterrefatti dalla vicenda D’Onofrio. Per poter decidere di dimetterci ci vogliono fatti e in quella riunione Abete ha parlato di problematiche relativo alle nomine, in riferimento a tutto l’organigramma sportivo. Di recente, con il suo insediamento ha previsto l’invio dei curriculum e D’Onofrio aveva inviato un curriculum, poi il dovere di controllare lo stesso, non è previsto. 

L’amicizia tra Trentalange e D’Onofrio? Il termine amico è suggestivo. L’amicizia è una cosa, ma nelle nomine non c’è un bando. Non risulta nessun contatto personale o incontro conviviale, quindi extra lavorativo, tra Trentalange e D’Onofrio, al di là di contatti lavorativi. E’ ovvio che Trentalange deve avere rapporti con tutti i componenti, ma nessuno aveva mai segnalato problematiche in riferimento allo status di D’Onofrio. 

Come mai l’Aia ha scelto D’Onofrio? Non c’è possibilità di verificare il curriculum di chi si candida, i curriculum sono autocertificazioni. Un altro dato emerso è che prima di essere componente della commissione disciplina, D’Onofrio sarebbe stato procuratore regionale e Trentalange non era presidente, non si può chiedere a tutti di dimettersi. E’ emerso anche che un componente della commissione disciplina e che quindi giudica, avrebbe rivelato qualcosa, ma non avrebbe mai segnalato nulla al presidente della commissione disciplina. 

È stato chiesto giustamente se D’Onofrio avesse chiesto permessi per recarsi all’Aia, ma vi dico che questo signore ha fatto una serie di cose per cercare di evitare qualunque possibilità che all’Aia potesse emergere qualcosa sul suo conto e non solo verso l’Aia, ma anche nei confronti della magistratura di Milano. 

Da cittadino e non da difensore di Trentalange, dico che Trentalange ciò che doveva fare l’ha fatto: ha chiesto il curriculum, a lui e ad altri componenti. 

Vi racconto una cosa: D’Onofrio riferì che la figlia gli avrebbe gettato il cellulare nel water e non fece la denuncia, adesso abbiamo capito anche perchè non ha fatto. Nel 2009 D’Onofrio è stato votato all’unanimità”.