Sulla validità della clausola: "La determinante condizione perché il club sottoscrivesse l’accordo era che, se c’era cambiamento di idea questi si impegnava a corrispondere una cifra a scalare. Il concetto di non competizione non regge, sul contratto c’è scritto che questo obbligo vale per club, nazionali, impegni di federazione e campionati esteri. Nulla sarebbe cambiato in base alla destinazione del tecnico. Lasciamo agli ascoltatori l’autonomia di pensiero e la valutazione di quello che ha firmato. L’obbligato a pagare è l’allenatore, nella stesura di questa clausola il tecnico ha chiesto di mettere l’opzione che si aggiungesse un soggetto terzo non specificato, al quale sarebbe stata data l’obbligo del pagamento".
Sulle critiche rivolte a De Laurentiis: "Chi vuole dipingere ADL come quello che vuole il despota sbaglia, non si parla di concorrenza. Il Napoli si è tutelato mettendo nell’accordo questo tipo di paracadute. Nel contratto non c’è scritto che il tecnico non deve fare concorrenza, ma che non deve allenare del tutto nella stagione 2023/2024. Se una delle due parti non rispetta il contratto è da considerarsi parte inadempiente e all’altra spetta un indennizzo".
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