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interviste

Salernitana, Sepe: “Un onore essere capitano! Vi svelo una cosa sul Napoli di Sarri”

Sara Ghezzi
Le parole dell'ex portiere azzurro

Luigi Sepe, capitano della Salernitana ha rilasciato una lunga intervista a Radio Tv Serie A. Il portiere ha parlato della stagione, del suo rapporto con il tecnico Martusciello e dell'emozione di indossare la fascia. A seguire le sue parole.

Salernitana, Sepe: "Un onore essere capitano! Vi svelo una cosa sul Napoli di Sarri"

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"Viviamo un buon momento, veniamo da una vittoria importante ma la B non è semplice. Sono alcune partite che non subiamo gol e ce la stiamo mettendo tutta per risalire la classifica".

Che effetto fa indossare la fascia da capitano in una squadra importante con una tifoseria importante?

"È una cosa bellissima ma che non deve distogliere da altre cose più importanti come l'atteggiamento giusto e mettersi al servizio della squadra. La fascia è qualcosa in più ma posso dire che ci sono 20 capitani e siamo un gruppo fantastico".

Nello spogliatoio parlate di obiettivi?

"Conoscendo i giocatori e la rosa della Salernitana è certo che gli obiettivi devono essere importanti. Raggiungerla però è difficile, vediamo il caso del Palermo e della Cremonese. Sappiamo che dobbiamo dare tutto e che dobbiamo però riportare la Salernitana in A".


Che ambiente e squadra hai ritrovato dopo il tuo rientro dalla Lazio?

"A livello di giocatori è cambiata totalmente. Il contesto però è sempre lo stesso, la gente viene allo stadio anche oggi così come in A, la società è sempre presente come lo era prima. Lo staff poi lavora benissimo e mette a disposizione tutto ciò che occorre".

A livello di talenti ci racconti Tongya?

"Ragazzo forte e che si impegna, sa stare nel gruppo ed è fondamentale. Ci sono anche altri giovani come Amatucci che è fortissimo ma ce ne sono anche altri. C'è un mix di giovani e meno giovani che speriamo possa portarci in alto".

Le tue esperienze passate ti stanno tornando utili? C'è qualche aneddoto in particolare?

"Nella vita tutto è utile soprattutto nel nostro sport. Ti porta a conoscere tantissimi giocatori, se sai prendere qualcosa da ognuno ti porti sempre qualcosa da imparare. Ho conosciuto giocatori che hanno vinto mondiali e ti insegnano tanto, ad arrivare presto al campo per esempio".

C'è un attaccante che in carriera ti ha creato grosse difficoltà?

"Ne ho affrontati tantissimi. Nel Napoli di Sarri era qualcosa di eccezionale in allenamento. Facevano cose che non si possono raccontare. Sarri faceva allenamenti a un tocco ed era uno spettacolo. Una cosa che non vedrò più probabilmente".

Come hai visto crescere anche l'ambiente Napoli? Si può ripetere a Salerno con le dovute proporzioni?

"Dopo anni di Serie A il Napoli ha puntato allo scudetto. A Salerno si è sbagliato tanto lo scorso anno, ora dobbiamo rimettere le cose in carreggiata per riportarla dove merita. Per città, per società e tifosi non merita di stare in B. Deve lottare per stare in Serie A tanti anni. Una piazza che vuole, ti permette e deve fare calcio".

Un giudizio su Martusciello e il rapporto con lui?

"Bellissimo ma non dall'anno scorso. Nel mio primo anno in A era il secondo, ad Empoli. So cosa chiede e che persona è. Vive di calcio e di valori. Sta cercando di creare un gruppo sano, solo lui non basta però, servono i giocatori e l'ambiente".

Somiglia a Sarri nell'idea di calcio?

"Provano a fare le stesse cose e non può essere diversamente. Poi ci mette anche qualcosa di suo ma l'idea è sempre il 4-3-3 di Sarri".

Cosa hanno di diverso tra loro?

"Nell'approccio dell'aspetto umano. Martusciello sa più scherzare, Sarri è più un sergente. Ti prendono in modo diverso, Martusciello è più scherzoso".

Hai vissuto anche il passaggio a Tudor, cosa non è andato alla Lazio lo scorso anno?

"Sarri e Tudor sono totalmente opposti l'uno con l'altro a livello tattico. Lo scorso anno è stato difficile perchè si veniva da un secondo posto e le aspettative erano più alte. Si giocavano le Coppe Europee, c'erano tante cose che non hanno portato la Lazio di nuovo in Champions. Spero ci possano arrivare di nuovo. Sento ancora 4-5 giocatori quasi tutti i giorni".

La nuova generazione?

"Va capita, viviamo in un mondo totalmente diverso rispetto a prima. Finché fanno cose regolari, è giusto che facciano quello che vogliono, come giocare alla playstation".

Vedi tanta differenza rispetto a quando hai iniziato, parlando di giovani?

"Attualmente dopo una partita si parla sui social per una settimana. Prima arrivavi a martedì e poi si pensava già alla prossima sfida. Per fare il calciatore serve carattere. Non puoi pretendere che tutti parlino bene di te, soprattutto noi meno bravi degli altri. Criticano Ronaldo e Messi. Dobbiamo solo fare bene giorno dopo giorno per provare a trasformare giudizi negativi in positivi".

Eri preparato lo scorso anno a fare il terzo portiere?

"Non era una cosa preparata. Era andato alla Lazio perché ho avuto alcune discussioni con alcune persone. Non sapevo di fare il terzo altrimenti non ci sarei andato ma anche la Lazio non lo pensava. Durante l'anno poi le cose sono cambiate, io erano in prestito secco e Mandas era un giovane interessante di proprietà. Non me l'aspettavo ma sono scelte che si accettano. Conta l'atteggiamento. Sono molto amico di Provedel e Mandas, non abbiamo mai avuto discussioni".

Dia ti ha chiesto qualcosa sulla Lazio, lo stai sentendo?

"Grandissimo giocatore che merita quella piazza. Sta a lui poi continuare come ha iniziato. Mi dicono che arriva preciso al campo e non da fastidio, si impegna. Ha fatto uno step importante che gli aprirà porte importanti. Sono contento per lui. Ha avuto difficoltà ma era normale dopo la retrocessione e dopo una causa con il club. È stato bravo e coraggioso, ci ha aiutato in Coppa Italia e si è sempre allenato con voglia. Quando è andato via ero contento per lui perché tornava in A".

Sei superstizioso? In caso del raggiungimento dell'obiettivo cosa sei disposto a fare?

"Non tantissimo. L'obiettivo deve essere la Serie A poi non so se ci riusciremo. A maggio nel caso ci sentiamo e decidiamo".