«Perché è tra le prime cinque industrie del Paese, genera milioni di fatturato e produce un campionato che per me è il massimo. Mi parlano di Premier, di Bundesliga, ma dal punto di vista tattico non c’è nessuno come la Serie A. Guardate la Nazionale: gioca benissimo. Con Spalletti avrà un grande futuro».
Ad alcuni dirigenti di Serie A, però, non faremmo gestire neppure un condominio. Figuriamoci una società che fattura milioni.
«È vero. Alcuni sono impresentabili, il livello è piuttosto basso. Occorre sensibilità, cultura, ma anche culo».
Da dirigente, non avete mai sottovalutato il problema ultrà? Tra Lazio, Roma e Inter, dove è stato ci sarebbe stato tanto da bonificare.
«Io non ho mai avuto problemi, ma l’ho sentito sempre come un potenziale rischio enorme. Cose come l’omaggio alla curva mi sembra troppo. La squadra deve rispettare i tifosi, ma occorre farlo con quelli della Sud o della tribuna Tevere allo stesso modo. Consegnare le maglie e i riti sotto la curva sono esagerazioni obsolete e superate».
Chi vince lo scudetto?
«Sulla carta l’Inter, ma il Napoli ha ricreato un ambiente vincente. L’effetto Conte è tangibile. Solo lui poteva farcela in un mese».
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