Le parole dell'ex preparatore atletico dello staff di Rudi Garcia
Paolo Rongoni, preparatore atletico ed ex Napoli nello staff di Rudi Garcia, ha parlato a TMW Radio soffermandosi anche sull'esperienza in azzurro:
"E' un periodo critici questo per l'organismo, tutti i cambi di stagione sono sempre uno choc e il meteo attuale non aiuta sicuramente. Quando la temperatura scende drasticamente e piove, cambia la struttura del campo e gli infortuni muscolari o gli affaticamenti aumentano. ma è sempre così. Quando inizia l'Europa c'è il picco di infortuni. E credo che siamo solo all'inizio. Più un giocatore gioca, più è esposto a infortuni, lo dicono gli studi. Che si gioca troppo lo si sa da anni ed è una tematica da affrontare se si continuano ad aumentare le partite".
Come avviene il recupero con tanti impegni ravvicinati? Come si gestisce tutto?
"Ogni staff e allenatore ha la propria filosofia. Per esperienza, un minimo di lavoro va fatto durante le coppe. La partita sostituisce la seduta di allenamento importante del martedì o mercoledì, quando una volta si faceva invece la doppia seduta. Sicuramente se hai una rosa lunga e riesci a far ruotare i giocatori, questo è la miglior forma di prevenzione. Poi lo staff deve tenere sotto controllo sotto vari aspetti i giocatori e i loro parametri. Lo stress però rimane alto e molto spesso è molto più pesante affrontare una stagione con l'EL piuttosto che con la Champions, perché l'EL si gioca il giovedì. Il miglior metodo di prevenzione però è avere una rosa ampia e adottare il turnover".
Preparazioni in città rispetto alla montagna possono incidere sugli infortuni?
"Ci sono i problemi legati alla logistica, sei a casa tua e hai il tuo centro d'allenamento iper-fornito e quindi si preferisce rimanere in città. Oggi per i ritiri servono infrastrutture adeguate e non è semplice trovare strutture del genere. Mette in crisi più che altro fare tante amichevoli in giro, perché anche il viaggio incide sulla fatica. Tutto questo stress porta a problemi di sovraccarico che sono normali. L'infortunio non è mai legato a un fattore. Giocare sempre sul filo del rasoio vuol dire essere vicini sempre all'infortunio".