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FLORENCE, ITALY - NOVEMBER 28: Edoardo Bove of ACF Fiorentina in action during the UEFA Conference League 2024/25 League match between ACF Fiorentina and Pafos FC at Stadio Artemio Franchi on November 28, 2024 in Florence, Italy. (Photo by Gabriele Maltinti/Getty Images)
Nel corso della trasmissione Maracanà in onda su TMW Radio è intervenuto il professore Pino Capua, professore e presidente della commissione antidoping FIGC oltre che componente della commissione medica federale che si occupa della tutela della salute del calcio italiano: "É un apparato innocuo e sottocutaneo. Non so esattamente tutto l'iter e quanto è stato fatto, ma è un dispositivo che in Italia non è ammesso per ottenere il pass per giocare. Sicuramente è un salvavita quello che viene messo. L'Italia dovrebbe uniformarsi alla normativa europea? Argomento delicatissimo. Perché in Italia le visite medico-sportive sono obbligatorie. Serve una certificazione per fare agonistica. Nei Paesi esteri l'obbligatorietà non c'è e la responsabilità è dell'atleta, che va in campo a suo rischio e pericolo: la rigorosità della legislazione italiana è dovuta al fatto che si vuole che non ci siano rischi. Ci sono tante sfaccettature che vanno valutate. Io personalmente oggi la responsabilità di rimandare in campo qualcuno che ha avuto il trauma di Bove di penserei. Se ci fosse la possibilità di poter togliere il defibrillatore tra un po' di tempo quando si è sicuro che il cuore è tornato sano, perché è possibile, allora si può ridare l'abilità sportiva".
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