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Pistocchi: “Il Napoli non è guarito, ma neanche morto. Ecco cosa manca agli azzurri”

Pistocchi napoli
Dubbi ed incertezze aleggiano sull'ambiente partenopeo: il giornalista si esprime a riguardo
Alex Iozzi

Maurizio Pistocchi, giornalista, è intervenuto ai microfoni di Radio CRC per commentare l'andamento del Napoli in questi primi mesi di stagione.

Napoli, le parole di Pistocchi a Radio CRC

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Di seguito quanto dichiarato:

“Il Napoli? Non è guarito ma non è neanche morto. Il 4-4-2 va benissimo a patto di sapere dall’inizio a cosa si va in contro. Si deve sapere che salta uno dei tre centrocampisti e probabilmente sarà Lobotka e non Anguissa. I due esterni devono fare molto più campo. Non mi convince moltissimo, però si può provare. Più che altro quando si decide di fare un passaggio di questo tipo bisogna accettare che il Napoli di Sarri e di Spalletti non c’è più, si passa ad un altro tipo di calcio.


I concetti io ancora non li ho capiti, abbiamo già in un certo senso giudicato non adatto alle qualità di questa rosa il 4-4-2 già dai tempi di Benitez. La cosa che abbiamo visto del Napoli in questi anni è una profonda identità calcistica. Una squadra che sapeva sempre cosa fare. Ho visto una partita disordinata di una squadra che non sapeva cosa fare. Se Kvaratskhelia faceva gol all’ultimo secondo, si parlava di un Napoli strepitoso. È diventata una squadra che cerca di improvvisare. Sono abbastanza preoccupato da questo punto di vista.

Se facciamo due conti il Napoli è quinto e in questo momento ci sono delle squadre vicine in classifica che hanno margini di crescita. Poi l’Inter è a +7. Le potenzialità del Napoli sono molto superiori a quanto visto fino ad ora e probabilmente di questo si è reso conto anche De Laurentiis che, dopo il no di Conte, forse non ha avuto intuizioni per sostituire l’allenatore. Ricordo quello che fece Berlusconi con Sacchi nell’87’ quando il Milan venne eliminato dall’Espanyol. Berlusconi andò negli spogliatoi e disse che Sacchi fosse l’allenatore del Milan e l’anno dopo sarebbe andato via chi avrebbe scelto lui. Questo avrebbe dovuto fare De Laurentiis. Di fronte ai giocatori, che figura fa l’allenatore se il presidente si arroga il diritto di tecnico in carica? Se il giocatore capisce che non sei più stimato dalla dirigenza, perdi di credibilità. Rimanendo in una situazione di limbo l’allenatore è stato sfiduciato e gli è stata tolta credibilità.

Ricordo che Sarri era contestato a Napoli perché le prime giornate non erano andate benissimo, ma De Laurentiis confermò l’allenatore perché forse vedeva degli spiragli di grandi possibilità. Questa volta ha fatto le cose in maniera un po’ leggera, andava preso un tecnico che proseguisse migliorando la strada intrapresa da Spalletti. Dissi subito in estate di essere abbastanza critico che Garcia potesse essere l’uomo giusto per sostituire Spalletti, mi auguro di sbagliarmi.

Non vedo una squadra che possa replicare quanto fatto dal Napoli l’anno scorso. L’Inter è molto forte, ma è stata battuta dal Sassuolo in casa e ha pareggiato col Bologna. La Juventus non ha le coppe, la Roma concede poco in fase difensiva. Il Napoli sarebbe la più forte di tutte, perché ha cambiato solo Kim, ma la differenza fino ad adesso l’ha fatta la gestione un po’ approssimativa del Napoli che non ha consentito fino ad ora a questa squadra di esprimere le proprie potenzialità altissime”.

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