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interviste

Pellissier: “Napoli, ecco come si esce dalla crisi. Raspadori? Non è un centravanti”

Pellissier
L'analisi dell'ex bomber
Giovanni Montuori

A “1 Football Club”, programma radiofonico in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Sergio Pellissier, presidente della Clivense. Di seguito, un estratto dell’intervista.

Che percorso sta facendo la sua Clivense?

“Rispetto alle soddisfazioni delle prime due stagioni, quest’anno riscontriamo qualche difficoltà. Siamo in una posizione di classifica medio-bassa, lottiamo per altri obiettivi”


Cambiare allenatore può essere uno stimolo importante? AL Napoli ha portato benefici?

“Cambiare a volte può servire, altre no. Mi è capitato di cambiare allenatore, e non sempre ho raggiunto gli obiettivi. Dipende da tanti fattori, dai calciatori, dall’ambiente ed anche dalle aspettative, come nel caso del Napoli. Sostituire Spalletti non era semplice, le aspettative erano alte e, quando non si avverano, non è mai semplice”

Cosa dovrebbe fare il Napoli per uscire dalla crisi?

“Non saprei, altrimenti avrei consigliato anche il mio allenatore (ride n.d.r). Nel calcio ci sono delle annate in cui va tutto bene, anche giocatori che non ti aspetti facciano bene riescono a disimpegnarsi ottimamente. Altre stagioni, invece, le cose non vanno come si spera ed anche quei giocatori tornano normali. È importate fare gruppo. Problema di gambe o mentale? Può essere in tutto. La preparazione e le metodologie di allenamento possono essere cambiate. Soprattutto, però, è dal punto di vista mentale che la squadra risente della differenza rispetto alla scorsa stagione. Passare dal dominare un campionato ad un successo sofferto, nel recupero, contro la Salernitana, denota proprio le difficoltà mentali dei partenopei”

Il Napoli pare aver chiuso per Ngonge. LA squadra, però, riscontra problemi di organico anche in altri reparti…

“Il Napoli, lo scorso anno, sopperiva ad altri problemi con la grande prolificità offensiva. In questa stagione, invece, la squadra risente anche delle difficoltà del reparto d’attacco. Molti giocatori non stanno rendendo come ci si aspettava e questo può incidere sulle prestazioni”

Un commento sull’esonero di Mourinho?

“Credo ci sia qualcos’altro sotto. Non credo sia dovuto ai risultati, ma che ci fosse qualcosa tra di loro. La tifoseria ha sempre amato Josè, un personaggio particolare. SI può dire tutto, può avere avuto tante difficoltà, ma ha riportato i giallorossi in due finali europee. Erano decenni che non accadeva. Si può criticare il suo gioco, ma con una squadra normale è riuscito a conquistare una coppa ed una finale. Mourinho ha fatto il suo anche quest’anno”

Lo Special One paga qualche eccesso di troppo, a danno anche dell’immagine del club?

“Potrebbe essere, i club ormai sono delle aziende, non più delle squadre di calcio. Amo quei presidenti che sono tifosi delle proprie squadre, quei presidenti che non dormono perché pensano alla sconfitta, piuttosto che alle risorse perse. Il calcio è stato cambiato dai budget, non è più quello di una volta. Anche le scelte sono rivolte all’audience ed in considerazione dei danni. Esonerare un allenatore che ha portato una coppa e che ha condotto, fino a poco fa, la squadra al quinto posto, credo sia eccessivo”

Chi è l’uomo più adatto a sostituire Osimhen?

“E’ una problematica a cui si cerca di porre rimedio. Quello del centravanti non è il ruolo di Raspadori, anche se si ritiene avvantaggiato nelle gerarchie. Nelle difficoltà di organico il tecnico deve cercare le soluzioni più adatte. Per Mazzarri non è semplice riuscire a scegliere”

Potrebbe essere Buongiorno il difensore che fa al caso del Napoli?

“E’ un buon giocatore, indubbiamente. Dipende dall’asticella imposta dal presidente De Laurentiis. Non è un big, non può ancora fare reparto da solo. Ha delle qualità, ma la pressione dell’ambiente azzurro è elevata”

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