Chi arriva meglio alla sfida di domenica sera tra Napoli e Milan?
“Secondo me, il Napoli, pur con le difficoltà attuali. Il Milan non riesce a garantire continuità nei novanta minuti, ma gode del supporto del pubblico. È una gara da tripla, la squadra che riuscirà a vincere potrà giovarne tantissimo dal punto di vista mentale”
Capirle, già acquistato dal Napoli, può essere il futuro numero uno degli azzurri?
“Sicuramente tornerà, partirà in ritiro con il Napoli. Parliamo di un portiere pronto. Lo era già prima, anche se oggi sta facendo esperienza ad Empoli. Cresce giorno dopo girono, l’importante sarà potersela giocare con Gollini e Meret all’inizio della prossima stagione”
Nel 1996, in Spagna, lei ha vinto l’Europeo Under 21. Il Napoli vanta uno dei principali patrimoni Under 21 degli scorsi anni, Giacomo Raspadori. Ciononostante, il talento azzurro sta riscontrando qualche difficoltà. Quanto è difficile il salto nei grandi?
“E’ già grande, sotto tutti gli aspetti. L’unica differenza è che, quando giocava nel Sassuolo, non fronteggiava le stesse pressioni che oggi affronta in azzurro. Non è una questione di essere giovani o grandi, ma di cominciare a lavorare per essere un top player dimostrare di poter incidere anche in una squadra importante come il Napoli”
Crede che Raspadori sia una sottopunta, un esterno o una punta, come affermato dal tecnico de Zerbi?
“Lo vedo come dice de Zerbi. È un giocatore che ha bisogno di spazio, molto esplosivo. L’unica cosa è che in Serie A siamo sempre inclini a preferire la punta fisica. Tuttavia, quando riuscirà a garantire continuità realizzativa, nessuno baderà più alla fisicità”
Dopo la vittoria dell’Europeo, c’era l’Olimpiade. Maldini scelse Pagliuca, Crippa e Branca come fuoriquota e di affidare il ruolo di secondo a Buffon. Fu lei a rifiutare di fare il secondo di Pagliuca?
“Mi incazzai anche tantissimo. Il mister mi fece fare venti giorni di ritiro e poi mi disse che avrebbe convocato Buffon. Io sarei andato anche a piedi a fare una Olimpiade, anche da secondo di Buffon. Avevo vissuto la Nazionale per due anni e ritenevo giusto andare alle Olimpiadi con la squadra”
La scelta di andare al Milan, col senno di poi, la rifarebbe?
“Questa cosa l’ho sempre detta. Il Milan non era un ambiente per me, avevo bisogno di un ambiente più familiare. La Sampdoria, forse, era più congeniale. Tuttavia, il Milan non si poteva rifiutare e chi era a me vicino avrebbe dovuto consigliarmi diversamente. Probabilmente, se fossi arrivato in rossonero qualche anno più in là avrei potuto far meglio. Se c’erano altre squadre interessate oltre Sampdoria e Milan? Quell’anno rifiutai anche la Juventus”
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