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Obaretin: “Garcia mi ha sempre rassicurato, due azzurri mi hanno aiutato molto”

Domenico D'Ausilio
Domenico D'Ausilio Vice caporedattore 
Il difensore del Trento, in prestito dal Napoli, ha rilasciato un'intervista ai microfoni de La Casa di C

Nosa Obaretin, difensore del Trento in prestito dal Napoli, ha rilasciato un'intervista ai microfoni de La Casa di C: "Quando avevo 9 anni sono andato al Cesena: lì ho fatto 5/6 stagioni. Sono andato nell’U15 e poi è arrivata la chiamata del Milan. In quel momento ero un quindicenne, ma è stato lì che ho capito di poter fare qualcosa di importante. All’inizio ero incredulo: era un onore per me potermi allenare in quella squadra.

Milan? Aver fatto degli allenamenti con la prima squadra a Milanello per me, che sono milanista, ha significato davvero tanto. Ho potuto misurarmi con dei campioni come Leao – il mio calciatore rossonero preferito -, Giroud, Theo Hernandez… In quel periodo in panchina c’era già Pioli, che è un allenatore eccezionale. Guardavo sempre i difensori, soprattutto Tomori che mi ha impressionato tantissimo per la velocità, il fisico e la scelta nella giocata da fare. Prendevo spunto anche da Kjaer e da Gabbia. Ogni volta che andavo in prima squadra cercavo di apprendere qualcosa da quelli che avevano più esperienza".

Napoli? Rudi Garcia mi ha detto sin dal primo giorno di stare tranquillo e divertirmi. Mi ha fatto partire titolare in alcune amichevoli, raccomandandomi di stare sereno e di giocare come sapevo fare. Spesso mi ha rassicurato dicendomi che sbagliare è umano e che non c’era alcun tipo di problema.

Rrahmani e Juan Jesus? Durante gli allenamenti loro due mi hanno aiutato parecchio e l’ho apprezzato tantissimo. Mi dicevano di giocare tranquillo, di non accusare la pressione che le cose sarebbero arrivate da sole. Il calcio è un ambiente che ti fa crescere molto. Devi mangiare bene, dormire il giusto… È una routine che fai e che ti metti in testa. Se sbagli una di queste piccole cose non puoi fare il calciatore. Non puoi andare a dormire tardi se la mattina dopo hai allenamento e con il passare del tempo queste cose le paghi. Sin da piccolo ho avuto la testa solo sul calcio. Mi sono sempre detto che sarei diventato un calciatore. Ho sempre avuto questa mentalità".



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