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Chiariello: “Il Napoli scenderà in campo contro la Fiorentina da campione d’Italia”

chiariello milan napoli
Il noto giornalista napoletano, ai microfoni di Radio Napoli Centrale, si è espresso sull'imminente scudetto degli azzurri

Umberto Chiariello, noto giornalista napoletano, nel suo editoriale per Radio Napoli Centrale, si è espresso sull'imminente scudetto del Napoli di Luciano Spalletti, ma non solo. Ecco quanto, delle sue parole, è stato evidenziato dalla nostra redazione:

Chiariello: "Scudetto? La vera festa del Napoli sarà contro la Fiorentina!"

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Di seguito le dichiarazioni di Umberto Chiariello ai microfoni di Radio Napoli Centrale: "Io c’ero quel giorno in cui la squadra è tornata in campo in Serie A e non c’era De Laurentiis. Ritrovò la Serie A giocando l’ultima partita al San Paolo che aveva già staccato il tagliando della promozione. Andate su YouTube e cercate il mio commento per Canale 21. Quel giorno della promozione del Napoli in Serie A, era la fine degli anni ’90, non ho mai sentito in vita mia un urlo più grande di quel giorno. Neanche quando abbiamo vinto lo scudetto e vi dirò di più, neanche quando Renica segnò alla Juventus al 118’ quando lo stadio tremò e ci diede il via alla vittoria della Coppa UEFA. Quell’urlo non lo dimenticherò più, all’ingresso delle squadre in campo fu una cosa pazzesca. Era un popolo che si liberava da un incubo. Mi viene la pelle d’oca ancora a pensarci, quel giorno rimasi stordito oltre che emozionato. Ribadisco, è tutto documentato perché me lo stanno rimandando in tanti".

Sui suoi ricordi: "Perché questo ricordo? Perché è altamente probabile che domenica 7 maggio a 3 giorni dal fatidico 10 maggio, con la Fiorentina, gli stessi avversari di allora, il Napoli scenderà in campo da campione d’Italia. È una festa che durerà 5 giorni, comincerà mercoledì notte con tutti davanti alla TV a vedere Lazio-Sassuolo. Poi con i 10.000 napoletani che andranno a vedere la partita a Udine si troveranno sotto l’albergo degli azzurri. Da lì, partirà un’altra notte di gioia, baldoria, festa e sorrisi. Venerdì, ma quale lavoro? Si aspetta l’aereo a Capodichino, i napoletani presidieranno l’aeroporto permanentemente e alla prima voce che coglie che sono giunti gli azzurri, ci sarà il passaparola immediato e Capodichino sarà invasa. Sabato sarà un giorno intermedio, di festa tranquilla in attesa della festa sul campo. Domenica all’ingresso in campo dei nostri eroi con la Fiorentina, penso a quell’urlo. Quell’urlo che è rimasto nella nostra storia".

Sui quattro urli della sua vita: "Adesso ci sarà un urlo di gioia per qualcosa che si era perso nei tempi, ben 33 anni, qualcosa di straordinario. Nella mia vita fino ad oggi ci sono 4 urli che mi hanno segnato profondamente. L’urlo di Munch, il famoso quadro di fronte al quale sono rimasto colto dalla sindrome di Stendhal, l’urlo di Marco Tardelli al Bernabeu nell’82, simbolo della mia generazione. Infine, l’urlo di mio fratello quando è morto mio padre e l’urlo del San Paolo. Si chiude un cerchio, il cerchio della vita".