"Purtroppo solo il campo potrà rivelarci il valore dei nuovi arrivati. Bisognerebbe capire quali sono i piani di gioco e in che modo potranno aiutare la squadra. In questo momento nessun grande nome sarebbe in grado di garantire un miglioramento, quindi dobbiamo solo attendere il campo".
Su quale aspetto, secondo te, Mazzarri deve fare leva in particolare per far fronte a questo lungo momento di difficoltà del Napoli?
"Innanzitutto io credo che Mazzarri abbia ereditato un gruppo forte, con una storia magnifica, ma con tantissime fratture. Il lavoro che sta cercando di fare è simile a scalare una montagna. Credo che lui debba restituire ai ragazzi la convinzione della loro forza e cominciare davvero ad applicare le sue idee di gioco".
Pensi che il Napoli nel doppio impegno agli ottavi di Champions League contro il Barcellona abbia chance di qualificarsi ai quarti?
"Sinceramente la vedo dura, anche se il Barcellona non è la squadra straripante degl’anni scorsi. Detto questo, il calcio è uno sport strano, ci potrebbero essere anche sorprese".
Quale calciatore del Napoli apprezzi in modo particolare e quale invece ha più deluso finora le tue aspettative in questa stagione?
"Mi è piaciuto l’approccio di Politano e Zielinski a inizio campionato. Mi piace molto l’atteggiamento serio e umano di Simeone. Credo che quel che lui può dare alla squadra non l’abbiamo ancora visto. È un giocatore che con più minuti e fiducia può fare quello che cerchiamo da altri giocatori. Chi mi ha deluso? Sicuramente Kvara e Osimhen sono stati i grandi assenti nei momenti di difficoltà. Osimhen è stato più protagonista per questioni altre che per il gioco espresso. Anzi, credo che con i suoi comportamenti abbia creato anche distanze di cui nessuno sentiva la necessità".
Sei un artista a tutto tondo che in passato ha anche perfezionato la sua formazione con una esperienza a Londra. Hai lavorato in serie tv di successo quali "Gomorra - La serie", "Il commissario Ricciardi", "Resta con me"; a teatro sei stato in scena con "Mine vaganti" di Ozpetek; al cinema nel film "Comandante" di Edoardo De Angelis, solo per citare i tuoi ultimi impegni professionali. C'è un nuovo progetto a cui stai lavorando?
"Ho da poco finito di girare un film per il cinema e al momento mi sto dedicando un po’ al teatro con la mia compagnia".
Raccontaci della tua passione per la fotografia.
"La fotografia è una passione, è stata per anni anche un lavoro, ma soprattutto è uno strumento che mi aiuta ad osservare la società e ad avvicinarmi alle diverse vite delle persone, a comprenderle meglio. In questo modo alimenta e arricchisce decisamente il mio lavoro da attore".
Da napoletano, cosa è per te Napoli? Parlaci del legame con la tua città d'origine, è fonte di ispirazione nel tuo lavoro?
"Il mio rapporto con Napoli vive di grandi contraddizioni, forse perché la città in sé è contraddittoria. Tanto bella quanto complessa, tanto viva quanto ferma nel tempo. È una città che si mostra per quello che è, è sincera nel suo apparire, non si mostra con dei filtri per nascondere i suoi punti d’ombra. A volte la amo, a volte ho bisogno di allontanarmene. Ma è la sua visceralità che cerco di rubare e usare per creare qualcosa di artisticamente sincero".
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